mercoledì 11 novembre 2009

Presentare una DIA a Nerviano: l'arte dei pazzi



Premessa. Un amico mi fa vedere una pratica presentata a Nerviano.

Quando è troppo è troppo.
Qualche giorno fa la trasmissione Report, su Raitre, ha spiegato agli italiani la complessità burocratica che sta dietro alla presentazione di un progetto negli uffici tecnici italiani contro la facilità delle stesse pratiche in Germania. Solo facile speculazione mediatica? No.
Posto infatti che ci sono altri sistemi di controllo diversi negli altri paesi, posto che in Spagna ad esempio è l’ordine a controllare il progetto e il Comune si limita a controllare l’istruttoria e non guarda nemmeno il progetto architettonico, il resto è tutto temendamente vero.
Vi faccio un esempio, come si suol dire, fresco fresco, e come sempre parto da un esempio vicino.

Oggetto. Progetto per una scala di accesso a una cantina di un’abitazione privata in Comune di Nerviano. Lavoro stimato in cantiere circa 2 o 3 giorni, necessari a effettuare un piccolo sbancamento e a realizzare numero 5 gradini in calcestruzzo. Documenti richiesti: Dia debitamente compilata, relazione illustrativa, dichiarazione di proprietà, dichiarazione di non abbattimento di specie arboree protette, documentazione relativa alle opere in cemento armato (sia che siano previste sia no, anche se si tratta di soli 5 gradini), legge sull’abbattimento delle barriere architettoniche, progetto degli impianti e numero 3 tavole (Stato di fatto, sovrapposizione stato di fatto e progetto, e progetto). Peso totale della pratica circa 1kg di aria fritta. La stessa pratica presentata a Parabiago (comune limitrofo) non comporterebbe almeno la metà dei suddetti documenti (sono in commissione paesaggio a Parabiago e lo sperimento mensilmente). La stessa pratica a Milano non comporterebbe quasi nulla e nemmeno andrebbe all’ufficio tecnico comunale, ma solo al distaccamento di zona (non ci sono tecnici, solo verifica conformità amministrativa).

Il Comune di Nerviano dopo circa un mese risponde che vuole le seguenti integrazioni:
1) documentazione prescritta dalla DGR 7/11045 del 05.11.2002 BRL 2° supplemento al n. 47 del 21/11/2002 (per 5 gradini sotto il livello stradale…esame paesistico);
2) la descrizione delle opere è incompleta (vedi realizzazione parapetti). RISPOSTA: ma se c’è scritto ovunque parapetti (stiamo parlando di circa 1 metro quindi grandi 1 cm nella tavola) realizzati ai sensi degli articoli del cap. 3 del manuale tecnico del RLI (eh già perché bisogna parlare come loro);
3) non è stato documentato il rispetto delle prescrizioni di cui all’art. 3.3.32 per quanto riguarda le scale di progetto. RISPOSTA: ci sono misure ovunque, scritte in sovrabbondanza, tanto che la tavola non è più un progetto architettonico ma una documentazione amministrativa piena di scritte, mi chiedo cosa ancora bisogna documentare. Forse chiedono un progetto in scala 1:10 ma non sarebbe piu’ facile dirlo? Dato che nella scala 1:100 la scala è grande circa 1 cm per 2 cm.
4) non è stata indicata la tipologia dei materiali che verranno utilizzati. RISPOSTA: come p.to 3.

In un Comune dove viene condonato un palazzo abusivo di 7 piani figlio di tangentopoli (vedi post di mercoledì 11 giugno 2008 “No all’adozione del P.I.I. in variante al PRG vigente sull’immobile sito in via XX settembre”, e vedi anche post di venerdì 17 aprile 2009 “Della normativa edilizia e del tecnico comunale”), un comune distrutto da una pianificazione, selvaggia e quasi completamente sregolata, un Comune commissariato due volte in meno di 20 anni e sempre, più o meno, per problemi edilizi, ha senso rompere i coglioni (scusate il termine ma come dicono a Roma, quanno ce vo ce vo) a un povero cittadino che vuole costruire 5 gradini esterni in regola?

Sono sempre più convinto che il nostro sia un sistema malato, sclerotizzato, e incapace di dare risposte vere e giuste ai problemi dei cittadini. Un sistema dove non si fanno concorsi e dove non emergono le così dette eccellenze. Un sistema che da un lato garantisce i potenti e li mette in salvo da ogni processo, ma dall'altro incolpa i poveri, se non addirittura li sopprime. Un sistema che genera molta ricchezza ma sempre nelle mani di pochissimi super garantiti e mette contro la povera gente, contro lo stato, contro le banche, contro noi stessi. In un sistema così i politici predicano la semplificazione dei procedimenti burocratici legati alla presentazione delle domande per costruire poi, di fatto, per presentare una scala di 5 gradini, tempo stimato di cantiere 2 o 3 giorni, l’architetto o l’ingegnere, ormai ridotto a tecnico di basso livello, impiega almeno 3 mesi tra compilazione della prima pratica, attesa, integrazioni e di nuovo attesa.

In campagna elettorale tutti i candidati Sindaci del Comune di Nerviano, nel faccia a faccia che si tenne a Garbatola, sostenevano la necessità di cambiare il sistema e di alleggerilo. Le poltrone sono cambiate, anche per il pensionamento dell’imputato (da loro) responsabile del settore, il sistema, per i potenti è cambiato e si è alleggerito, vedi appunto condono del palazzo di sette piani, ma vedi anche inviti a non rallentare pratiche per ampliamento depuratore, fermate solo per incomprensione di un progetto inguardabile che nemmeno passerebbe l'esame del primo anno di progettazione, ma per i tecnici di provincia alle prese con la povera gente che ti paga 3 mesi di lavoro 1000 euro, se va bene, no, per loro non cambia nulla e anzi si complica tutto. Che schifo.

ps. è su queste piccole cose che la gente non capisce la differenza tra la destra e la sinitra, non basta proiettare Goodbye Lenin (e meno male che si fa bisognerebbe farne uno al giorno!!!)

in foto: piccolo tifoso del Feyenoord, Olanda.

3 commenti:

igghins ha detto...

siccome immagino che qui dentro ci siano persone ben educate mi autocensuro e non scrivo quel che penso completamente.

comunque a rincare la dose:
pratica per un box in sanatoria, 6 mesi per avere l'ok del comune di nerviano ( non ancora arrivato ) 8 colloqui presso il comune , con tecnici e capo uffico tecnico.
il probelema per me sta nella poca ( o nulla ) professionalità dei soggetti.

igghins ha detto...

vorrei aggiungere, dopo l'ottavo incontro mi son sentito dire " eh si lo sò architetto..se avesse saputo che la pratica diventava così lunga e complessa avrebbe chiesto almeno il doppio del compenso...ehehehe "; inutile il tentare di spiegare che non era solo un problema di soldi ma bensì di professionalità.

Nerviano ha detto...

Da quando hai pubblicato il post “riunire i clan” che mi vede in parte protagonista, entro e osservo il contatore del tuo blog e noto che gira con discreta frequenza; è logico pensare che i lettori di un tempo, come me, ritengono ancora interessanti i tuoi racconti, tuttavia se continui di questo passo, non verrai facilmente onorato dei commenti, quanto meno, non quelli dei politici.
Il precedente post esprimeva una storia ed una richiesta esplicita contenuta nel titolo; la mancanza di commenti -al post più bello in assoluto- palesa una realtà che ormai è destinata a emergere platealmente senza far sconti a nessuno.
Il singolo episodio documentato in quest'ultimo, invece, ancora una volta dimostra la pochezza delle persone che ci amministrano, ma non serve più. Si percepisce subito l’inutilità della denuncia. Non serve a smuovere le coscienze di chi ci amministra. Serve solo, per chi ne ha ancora la sensibilità, a raggiungere la consapevolezza di essere proprio tra gli oppressi. A volte, superficialmente parliamo della “gente” come se noi non ne fossimo parte, come se fossimo al di sopra di tutto e di tutti. Né vittime, né carnefici.
Di episodi come il tuo, noi dell'Osservatorio ne abbiamo raccontati tanti, e in tutte le occasioni siamo rimasti a osservare il comportamento della “gente”, ebbene, la notizia shock della ricostituzione di Garbatola Comune, ha gelato il sangue a tutti; io e qualcun altro, divertiti, continuiamo ad osservare e ascoltare la “gente”. La scena è Kafkiana. Ridicola è la pena in cui si sono venuti a trovare moltissime Persone che vorrebbero dare un giudizio ma si trovano costrette a stare in silenzio, o a parlarne nell’ombra con toni bassi e sommessi.
Ma la domanda c’è, ed è rivolta a tutti: ricostituiamo il comune di Garbatola?

Nella dolce attesa... rileggo “Il giorno della Civetta”; non sia mai che dimentico il Capitano Bellodi che alla fine del libro ammise che la Sicilia non sarebbe mai riuscito a cambiarla, - “mi ci romperò la testa” disse a voce alta -
Mi chiedo quanti leggendolo, si riconoscerebbero “piglianculo” ... “che vanno diventando un esercito” e quanti si ritroverebbero nella natura di “ominicchi” ... “che sono come i bambini che si credono grandi, scimmie che fanno le stesse mosse dei grandi”.
Chissà quanti sono consapevoli di avere paura del sistema che li circonda. ...e siamo a Nerviano. Piccolo comune del Nord Italia commissariato 2 volte in 20 anni. Aggiungo: speriamo che il terza sia vicina.

Alessandro