I lavori esposti a Nerviano dal 29 novembre al 3 dicembre presso il chiostro nuovo dell’ex Monastero degli Olivetani, sede del Municipio, formano parte del lavoro del Laboratorio di Progettazione Architettonica II coordinato dal prof. Antonio Esposito e da altri docenti della Facoltà di Architettura Civile di Milano – Elena Bonaria, Marco Banderali, Riccardo Nana, Danilo Annoscia, Andrea Perego e Fabio Pravettoni –. Questo gruppo di docenti e alcuni studenti hanno lavorato su due cittadine della provincia di Milano: Carnate e Nerviano. Nel Comune di Nerviano l’area scelta come caso studio è stata quella della Colorina: tra il vecchio borgo, l’Abbazia, il Mulino Lombardi, il Garden e l’area verde che si apre a nord di Nerviano.
Il Sempione e l’Olona sono gli assi lungo i quali si strutturava e si struttura ancora oggi Nerviano; in epoca moderna si è poi aggiunto il Canale Villoresi che proprio in questa area si affianca al Sempione e incrocia il fiume. Il denso incrocio di vie carrabili e di vie d’acqua, contribuisce a rendere l’area della Colorina un luogo speciale: una di quelle zone ai margini della città storica in cui meglio si evidenziano i conflitti tra la costruzione lenta e sedimentata della città tradizionale, e la costruzione sregolata e occasionale dell’edilizia recente.
I progetti che presentiamo si sono strutturati indagando sulle tensioni che studenti e docenti hanno saputo cogliere e tradurre in spunti ordinatori: il rapporto squilibrato del monumento con il suo intorno, la presenza incombente dell’edifico di abitazioni costruito alle spalle dell’abbazia, il rapporto tra il vecchio borgo e l’espansione del tessuto edilizio, i caratteri dell’area verde e il suo rapporto con l’acqua, la casualità delle trasformazioni edilizie del garden e del mulino. Progetti che in modo diverso, e con sensibilità architettoniche, e non solo, diverse sondano possibilità di nuovo diverse, possibilità di soluzione o di esasperazione dei conflitti della città. In ogni caso, nel loro insieme, provano a dialogare nell’ambito di un ricco dibattito intorno alle questioni architettoniche e del progetto, oscillante tra conservazione e sostituzione, tra modernità e tradizione, tra regola e dissacrazione. Un dibattito che si è appena aperto e che ora finalmente tenta di uscire dai confini accademici per cercare di contagiare la città, di coinvolgere altri luoghi e altri punti di vista.