lunedì 26 novembre 2007

Pensiero e Azione


In questi giorni a Nerviano ho di nuovo assistito a un fenomeno strano, se volete molto italiano, certamente inquietante per un uomo che si ritiene di sinistra. Un’associazione politica, Nerviano Viva, schierata nel parlamentino cittadino con la destra, ha organizzato un evento straordinario, proprio perché inusuale e fuori dall’ordinario: una gara di motocross. Oggi sono stato tra loro. Si stava bene, ma bene davvero: gente infangata, rumore, moto che correvano nei campi resi pesanti dopo sei giorni di pioggia, macchine e camper parcheggiati ovunque, salamelle e vino rosso. Si stava bene.Non è la prima volta che organizzano qualcosa e non è la prima volta che organizzano delle belle cose. Concerti, serate, mostre, giornate di pulizia, gare in bicicletta, ora persino gare in moto. Tutto, o quasi tutto, con un attenzione sola: fare delle cose concrete, delle azioni, per la gente e tra la gente. Da qui una domanda sorge spontanea cosa vuol dire essere di destra, per loro, e cosa vuol dire essere di sinistra? Vuol dire da un lato idolatrare Berlusconi e quindi armarsi e schierarsi con lui, o dall’altro, rispettare il prof. Prodi e odiare il magnate televisivo quindi lottare perché questi non vinca? Cos’è di destra e cosa di sinistra? Se gli amici di Nerviano Viva non facessero alcuni articoli per partito preso contro la sinistra nervianese e non solo, o non facessero fumetti nei quali si ridicolizzano la falce e il martello, non si direbbe che sono di destra, o almeno si direbbe che sono di quella sinistra che chi ha letto Rosselli, Bobbio, ecc, ha in mente. E allora perché a destra?Ma poi un’altra, tremenda, domanda ti assale, e la questione si fa difficile, intricatissima, quasi paradossale. Perché la sinistra, soprattutto la sinistra italiana, ha così paura dell’azione? Da sempre, fin dal primo dopoguerra la sinistra togliattiana ha chiuso le porte a chi credeva che le cose si potevano certamente cambiare con il pensiero, ma soprattutto con l’azione. Vi sono moltissimi esempi nella storia del dopoguerra, dalla fine del partito d’Azione, alla ridicolizzazione dell’Ulivo azionista, dei movimenti, dei sindacati, alla grande paura che si percepisce tra i costituenti del nuovo Partito Democratico.E proprio ai costituenti del nuovo partito ricorderei le parole di Carlo Rosselli «far centro sul movimento operaio, tendente per legge fisiologica all’unità ed efficacissimo smorzatore degli urti interni, specie se di origine ideologica; e accompagnar quello che una costellazione di gruppi politici, di associazioni culturali, di organismi cooperativi. Concepire cioè il partito di domani con uno spirito ben più largo e generoso di quel che ieri non fosse»[1]. Infine, insieme al rinnovato plauso agli organizzatori per la spinta azionista che iniziative come quella di oggi hanno, suggerirei alla sinistra di non avere paura, di osare, di passare all’azione senza troppi vincoli, di struttura, di pensiero, o che ne so...

[1] CARLO ROSSELLI, Socialismo Liberale, a cura di John Rosselli, introduzione e saggi critici di Norberto Bobbio, Einaudi, Torino, 1997, p. 141.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

meno male che sta per nascare "forza popolo "...

Anonimo ha detto...

Sagge parole.
Le domande che tu poni sono sempre presenti nella mia mente ogni qual volta mi accingo a cercare di capire un po’ di più la politica italiana e la politica soprattutto nervianese. Avendo conoscenze molto vaghe e confuse sulla storia dei partiti, sulla storia della politica, sulla vita politica odierna e passata di Nerviano, cerco nel mio piccolo di farmi delle domande sul significato della Destra e della Sinistra, sul significato della Politica, sempre più staccata da quelle che sono le mie “esigenze”.
Come fai notare destra e sinistra si confondono, si mescolano, si uniscono e si separano, creano nuove ideologie, si fondono in nuovi partiti…una gran confusione…e il centro? Dove lo mettiamo il Grande Centro…che poi non è altro che un compromesso italiano alla domanda eterna: destra o sinistra? rosso o nero?
Meglio non confondere le mie poche idee: destra e sinistra. Mi sembra che si possa scegliere. Ma su quali basi io posso dire che sono di sinistra? Perché io penso di essere di sinistra! Cosa mi distingue dagli altri? Cosa mi interessa come donna e come donna di sinistra?
Cercherò delle risposte.
Per ora lascio aperta la domanda.

Fabio Pravettoni ha detto...

Carissima (penso tu sia donna)
anch'io da tempo mi chiedo (riprendo il grande Sig. G.) "cos'è la destra, cos'è la sinistra", ma soprattutto cosa vuol dire fare delle politiche di destra, o di sinistra, o amministrare la cosa pubblica con spirito di sinistra, o di destra.
In realtà sappiamo benissimo che destra e sinistra hanno origine con la democrazia moderna, chi stava con il re stava alla sua destra, chi stava contro il re stava alla sua sinistra.
Poi ci fu il socialismo, per anni legato alla figura importantissima di Marx, e ancora si poteva bene distinguere destra e sinistra. Poi Mussolini da socialista divenne dittatore, e dittatore di destra e le cose si complicarono. Si complicarono ancor di più quando i Rosselli e altri pensarono a un socialismo liberale (di destra?...non penso), azionista, antifascista e anticomunista, ma socialista fino al midollo (Carlo Rosselli, Socialismo Liberale). Si chiariscono, o si complicano ancora di più, con il "Destra e Sinistra" di Norberto Bobbio: chi pensa che sia giusto guadagnare e ridistribuire, sotto forma di servizi e altro, è di sinistra, chi pensa che sia invece giusto guadagnare e tenersi per se (o quasi) il guadagno è di destra. C'è poi la differenza tra progressisti e conservatori, e questa mi interessa di più, e purtroppo, o per fortuna, oggi esula la destra e la sinistra.

Anonimo ha detto...

Credo che la situazione sia più che complessa. Siamo passati da un periodo in cui l'ideologia era il motore trainante dell'azione politica, a un momento in cui l'ideologia è divenuta mera merce di scambio, sulla quale poter trattare, per mantenere saldo il proprio potere. Siamo arrivati talmente al paradosso che nello stesso momento in cui diciamo che Destra e Sinistra non esistono più (o non hanno più ragione di esistere) continuiamo a sottolineare che ci sono degli argomenti, dei problemi, delle questioni di Destra e di Sinistra (emblematica è la questione della sicurezza).
La prima cosa che dovrebbero fare i politici italiani è capire se davvero Destra e Sinistra hanno ancora senso di esistere.
Io personalmente credo di si, ma solo a una condizione: che siano portatori di proposte differenziate. La vera difficoltà oggi sta nel comprendere quali siano le differenze tra le proposte politiche.
Per la questione locale sono dell'idea che certi terreni di scontro possano diventare terreni di incontro, soprattutto nella prospettiva di sviluppo di una piccola cittadina come Nerviano o Parabiago. Il rischio è quello di immobilizzare, paralizzare, bloccare lo sviluppo di una città (come sta accadendo a Parabiago), perchè la parte politica al governo non vuole aprirsi al dialogo con l'opposizione.
Ma il danno non ha colore o appartenenza politica.