lunedì 7 febbraio 2011
Concorso per il centro di Garbatola (ricevo e pubblico)
Ricevo e pubblico volentieri questa lettera in merito al concorso in oggetto e più in generale in merito ai concorsi e alla difficile situazione politica italiana, che di fatto si riversa anche sui concorsi.
Caro collega,
ho avuto recentemente occasione di leggere quanto pubblicato sul suo blog, che ho trovato ben articolato, in merito al concorso in oggetto ed alla sua proposta progettuale. Mi limito ad alcune osservazioni: avendo partecipato, posso confermarle la personale delusione sull'esito del concorso. Condivido infatti largamente i rilievi e le sue riflessioni che trovo puntuali ma che si potrebbero allargare, in buona misura, a molti concorsi con questa tipologia, che trovo corretta sul piano metodologico e partecipativo (oltre che economico per un'amministrazione comunale non certo per i concorrenti), ma che ha sempre avuto un suo oggettivo limite nella individuazione dei componenti la Commissione. Ad esempio ho avuto modo di evidenziare il fatto che la Commissione non aveva conoscenza dei regolamenti locali che disciplinano tassativamente l'impiego di certi materiali nelle aree e centri storici (la Commissione ha infatti palesemente omesso di svolgere tale compito). Altro limite sta nella attribuzione dei punteggi e nella individuazione dei criteri di valutazione (altro esempio è la discutibile assegnazione di punteggi sull'attendibilità dei computi estimativi oltre al fatto che la Commissione ha poi attribuito in modo assai opinabile i relativi pesi). Aspetti questi che sono spesso determinanti al fine dell'individuazione delle proposte migliori. Resta il fatto che l'Amministrazione è in possesso di soluzioni progettuali che, indipendentemente dal giudizio più o meno favorevole di alcuni colleghi, possono essere riconsiderate e riprese nell'interesse e con la partecipazione diretta della propria comunità (compito sicuramente difficile ma obbligato soprattutto in queste realtà locali) e che doverosamente dovrebbe utilizzare in modo appropriato.
Cordiali saluti.
Arch. Giuseppe Caimmi
Caro collega,
ho avuto recentemente occasione di leggere quanto pubblicato sul suo blog, che ho trovato ben articolato, in merito al concorso in oggetto ed alla sua proposta progettuale. Mi limito ad alcune osservazioni: avendo partecipato, posso confermarle la personale delusione sull'esito del concorso. Condivido infatti largamente i rilievi e le sue riflessioni che trovo puntuali ma che si potrebbero allargare, in buona misura, a molti concorsi con questa tipologia, che trovo corretta sul piano metodologico e partecipativo (oltre che economico per un'amministrazione comunale non certo per i concorrenti), ma che ha sempre avuto un suo oggettivo limite nella individuazione dei componenti la Commissione. Ad esempio ho avuto modo di evidenziare il fatto che la Commissione non aveva conoscenza dei regolamenti locali che disciplinano tassativamente l'impiego di certi materiali nelle aree e centri storici (la Commissione ha infatti palesemente omesso di svolgere tale compito). Altro limite sta nella attribuzione dei punteggi e nella individuazione dei criteri di valutazione (altro esempio è la discutibile assegnazione di punteggi sull'attendibilità dei computi estimativi oltre al fatto che la Commissione ha poi attribuito in modo assai opinabile i relativi pesi). Aspetti questi che sono spesso determinanti al fine dell'individuazione delle proposte migliori. Resta il fatto che l'Amministrazione è in possesso di soluzioni progettuali che, indipendentemente dal giudizio più o meno favorevole di alcuni colleghi, possono essere riconsiderate e riprese nell'interesse e con la partecipazione diretta della propria comunità (compito sicuramente difficile ma obbligato soprattutto in queste realtà locali) e che doverosamente dovrebbe utilizzare in modo appropriato.
Cordiali saluti.
Arch. Giuseppe Caimmi
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2 commenti:
Mi occupo d'altro e l'architettura urbanistica buona e cattiva la subisco e basta. Inizio a pensare però, che gli architetti siano una categoria di ingenui ed illusi; mi spiego meglio: l'apertura del concorso, la pubblicità, gli articoli di giornale, possono anche essere giustificabili ad un primo interessamento, ma quando il professionista sente ovunque che il suo cliente non ha soldi da spendere, si reca sul posto a fare i dovuti rilievi e nota la fatticenza di tutte le strade fuori norma, vede l'ambiente circostante sporco e degradato privo di marciapiedi, giardini pubblici, negozi e servizi vari, non riesce a percepire la farsa politica elettorale che si prefigura dietro? Appresa la necessaria conoscenza ambientale sul piano storico e culturale, su chi sono e come vivono i residenti, su quali siano le loro esigenze primarie (per recarsi al lavoro, a scuola e per il tempo libero), come può un architetto pianificare urbanisticamente una nuova piazza senza chiedersi perché il suo cliente abbia scartato a priori manutenzione e ripristino della piazza esistente, per passare direttamente ad una nuova piazza da mezzo milione di euro, dimenticando PERALTRO, ciò che da anni chiedono i cittadini? Ciclabili e marciapiedi che portino al capoluogo. Giardini pubblici per giovani e anziani. Aule di aggregazione sociale per giovani e anziani.
Una nuova piazza nella povera frazione di Garbatola non può che essere speculazione su tutti i fronti.
Alessandro
GARBATOLA
Dice l'arch. Caimmi"l'Amministrazione è in possesso di soluzioni progettuali che, indipendentemente dal giudizio più o meno favorevole di alcuni colleghi, possono essere riconsiderate e riprese nell'interesse e con la partecipazione diretta della propria comunità" ovvero, in un'apoteosi di democrazia, il sottoporre al giudizio dei garbatolesi quale piazza vorrebbero sarebbe la cosa migliore... E uso il condizionale perchè quella sul concorso di idee che va a compimento contemporaneamente al sostanziale azzeramento dei finanziamenti per la realizzazione della piazza è una presa per il culo epocale!
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