C’è un paese che fu culla di una grande rivoluzione culturale, che fu patria di Dante, Boccaccio, Machiavelli, Guicciardini, Porta, Leonardo, Raffaello, Canova, e potrei andare avanti all’infinito, un paese che vide nascere il fascismo e per fortuna l’antifascismo, c’è un paese che è governato da una classe dirigente completamente allo sbando.
Ovviamente ci sono molti altri paesi che sono stati culla di culture importanti e che poi, per varie ragioni non lo sono più, o non lo sono con la stessa intensità: pensate agli esempi più facili, all’antico Egitto e alla Grecia, e se sono troppo antichi pensate alla Spagna del XVII secolo o Germania del settecento e dell’ottocento. Oggi l’Italia, è un dato di fatto, è una classe dirigente logora e spesso corrotta, una classe dirigente stanca, dicevo allo sbando, che non sa far fronte ai problemi che gli si parano d’innanzi, che non è al passo con i tempi ma che li insegue, oggi l’Italia è un insieme di regole, regolamenti, di codici, codicilli, cavilli e strumenti creati apposta per imbrigliare, straniare, fermare il progresso. Oggi più del cinquanta per cento dei parlamentari italiani sono avvocati, ex magistrati, esperti di diritto, mentre solo il dieci-quindici per cento dei parlamentari è rappresentato da tecnici, architetti, ingegneri. I risultati sono sotto gli occhi di tutti: leggi di difficile interpretazione, o peggio leggi che loro stessi, e solo loro, avvocati, giuristi, ecc, riescono a interpretare, rivoltare, destrutturare, denaturare, rivoltare.
In una situazione del genere, dove regna il caos, regnano anche soldi – moltissimi e nelle mani di pochi –, delinquenza, droga e prostituzione. In una situazione del genere la separazione, il divario, tra la classe dirigente e la popolazione è sempre più grande.
Sembra di raccontare una barzelletta quando all’estero si spiega cosa sta succedendo ma il dramma è che è tutto appunto drammaticamente reale. L’Italia è oggi un paese il cui presidente del consiglio dei ministri organizza, o faceva organizzare, festini con giovani prostitute o giovanissime ragazze disposte a tutto perché in cerca di facili successi. Questo primo ministro, ormai settuagenario, si permette sempre di scherzare con le giovani colleghe, ma anche con le meno giovani; questo primo ministro è stato lasciato dalla moglie; questo primo ministro non si è dimesso e non si dimette nemmeno quando è travolto da scandali amministrativi, giudiziari, e ora anche sentimental-moralistici. Questo primo ministro rappresenta la destra italiana, quella che va con le giovani donne, spesso bellissime. Dall’altra parte ci sono il portavoce del vecchio presidente del Consiglio che viene fotografato a Bologna mentre cliente di alcuni transessuali da strada. Uno a uno? No.
Qualche giorno fa si scopre che il presidente del governo della Regione Lazio, oggi in Italia si dice il governatore del Lazio, certamente non una delle regioni economicamente e finanziariamente più importanti, tuttavia una delle regioni più prestigiose, la Regione della Capitale Roma, uno dei pochi governatori in quota alla sinistra, è un frequentatore di transessuali, per i quali, pare, si possa pagare fino a 5000 euro a sera – quello che cioè una persona normale guadagna in cinque mesi di lavoro –. La moglie, lo sappiamo tutti, non solo non lo lascia, per ora, o non gli fa, per ora, due occhi neri, ma anzi gli sta vicino nella buona e nella cattiva sorte – gran donna… che ridicolizza ancor di più suo marito –. Risultato? Beh, che che se ne dica, o che che ne dica l’ex onorevole Luxuria – transgender in quota alla sinistra –, la destra corrotta e cocainomane va con le giovani donne – e anche con i trans ma non si fa scoprire –, la sinistra corrotta e cocainomane va con i trans brasiliani – e anche con le giovani donne ma non si fa scoprire –. Due a uno. Ovviamente questi sono i discorsi da bar, è vero, ma sono i discorsi che la gente, gli elettori, fanno e faranno tra qualche mese.
Allora perché la sinistra scoperta si dimette e va a elezioni e la destra scoperta non lo fa e anzi alza la voce contro. Perché? Perché continuiamo a giocare con due pesi e due misure? No, non è giusto. Bersani, di' una cosa di sinistra! Di' una cosa anche non di sinistra, di civiltà! Bersani di' una cosa …
1 commento:
Scusa eh, ma è un po' che ci penso, che penso al "Dire una cosa di sinistra", ecco, avrei voluto sentirla dire, da Marrazzo intendo, bastava poco e sarebbe stata "La Svolta", una Rivoluzione o forse l'inizio della Rivoluzione, invece niente.
Insomma se Marrazzo avesse detto, semplice-semplice: "mi piacciono anche i trans". Poi volendo anche: "Fatevi i cazzi vostri".
Ci pensi?
Poteva essere l'inizio della Rivoluzione (sociale e cul-turale) di questo benedetto paese.
Invece no. Il Marry va coi trans ma si vergogna, mente, paga e poi si pente: non ne ha fatta giusta neanche una; nemmeno l'epilogo, 'sto coliandro, va a rifugiarsi in un convento, dai preti, che fossi in loro l'avrei preso a calci nel sedere. Oppure no, col rischio che diventasse un'orgia.
MARRAZZO, POTEVI SALVARCI TUTTI!
Antropofilo
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