martedì 7 dicembre 2010

Riqualificazione piazza don Musazzi Garbatola (part. 3)



3. Progetto per la piazza nuova

La piazza di ogni centro urbano è il luogo emblematico della sua comunità, il luogo in cui si formano i suoi valori, la cultura e la solidarietà tra i suoi membri, e dove pure si formano le immagini di questo legame, i suoi segni riconosciuti.
Nelle grandi città questo rapporto vive e si esprime su un’altra scala rispetto ai centri minori: nelle metropoli il legame di delle figure con gli abitanti è meno diretto e sentito. L’esperienza del progetto nei piccoli centri è pertanto importante e decisiva nella cultura contemporanea. È partendo da casi simili che si può davvero ricostruire una cultura del territorio di nuovo organica con la società e con gli uomini che la compongono.

La piazza di Garbatola, secondo noi, deve essere diversa dalla piazza di una grande città e deve esserlo, sopratutto, rispetto ai luoghi pubblici astratti e concitati di una metropoli. E questa differenza, questa peculiarità, è per noi il carattere di maggior interesse del progetto. Per questo abbiamo voluto che la piazza mantenesse la memoria dei luoghi che circondano il centro, mantenesse cioè un carattere rurale, e questo senza ricadere nel folkloristico, o in un disegno meramente nostalgico, ma reinterpretando il tema con segni contemporanei.



Attraverso un disegno semplice ed elementare abbiamo scelto di far risaltare gli elementi dominanti dello spazio, chiarificando le relazioni reciproche e facendo emergere le tracce eventualmente indebolite dal passare del tempo.
Un tracciato geometrico lineare mette in risalto la corrispondenza del luogo pubblico con il monumento maggiore, la Chiesa dei Santi Francesco e Sebastiano. Quest’area occupa tutta l’estensione dello spazio, dalla facciata della chiesa sino al fronte della corte che le si oppone. Dell’edificio sacro riprende la dimensione dello spessore e la misura delle scansioni delle sue campate. La piazza, è così anche sagrato della Chiesa e in questo senso il nostro progetto propone di demolire l’attuale cancellata che separa la Chiesa dal suolo pubblico, cancellata che fu costruita di recente, e così, di colpo, Chiesa e suolo pubblico si relazioneranno direttamente.

Il tracciato principale della piazza è articolato quindi per fasce, in parte pavimentate, in parte trattate a prato. Le fasce a verde vogliono ricordare il carattere rurale del territorio su cui si è formata e vive la comunità di Garbatola, e vogliono farlo non solo nella materia, attraverso la presenza del verde, del prato, dell’acqua e degli alberi, ma anche nel tracciato, che rimanda all’immagine dei campi agricoli e all’alternarsi delle diverse colture.
Quest’immagine convive con il disegno di arredi di gusto moderno e contemporaneo, improntato a un minimalismo discreto, più che all’esibizione di forme incongrue e insolite.
La fontana storica, tutt’ora al centro della piazza, viene poi recuperata e, svuotata, è sistemata in uno dei prati. Diviene così un’ampia seduta, anch’essa trattata a verde. Una nuova fontana, che incorpora anche la funzione monumentale e il ricordo dei caduti, è progettata sul lato opposto della piazza rispetto alla chiesa. Si tratta di un’ampia vasca a raso: nessun elemento o barriera interrompe la relazione tra il passante e l’acqua. La vasca, con fondo digradante, può perfino essere percorsa per un tratto, bagnandosi i piedi e porta così direttamente l’elemento acqua nei percorsi del resto della piazza. Quella di progetto vuole ricordare direttamente la fontana delle 99 cannelle dell’Aquila, ma nel nostro caso ogni cannella ricorda un Caduto di Garbatola con Villanova.
Al di la del sagrato, sul lato verso via San Francesco, di fronte all’attuale casa Parrocchiale, viene ripreso il disegno a fasce verdi e viene lasciato libero uno spazio riservato ai parcheggi, provvisto però di alberi, che garantiscono l’ombra e ne integrano l’immagine con resto della piazza.

Un ruolo importante nel progetto ha anche l’antica chiesina di Garbatola, l’ex Oratorio dei Santi Biagio e Francesco, che abbiamo voluto recuperare con un possibile nuovo disegno per la facciata e il tracciamento, in corrispondenza del manufatto antico, di una piccola seconda piazza, analoga e ruotata rispetto a quella principale: un tracciamento sul suolo che non ostacola il traffico e che anzi ne integra e indirizza il flusso attraverso il disegno sul suolo.
È chiaro che nel nostro progetto la viabilità esistente può rimanere e anzi il progetto, costruendosi come progetto di architettura inserito nella storia del borgo, una storia certamente più pedonale che carrabile, è indifferente alla scelte amministrative o legate a logiche altre sulla circolazione delle auto. È altrettanto vero però che certamente il nostro progetto sottende l’idea forte e ferma della necessità di pedonalizzare la quasi totalità dell’area della piazza don Musazzi. Così via San Francesco dall’incrocio con via Carlo Porta nella nostra proposta ideale diventa, inizialmente solo le domeniche e le festività poi sempre, una via senza uscita, con accesso al parcheggio centrale – raddoppiato in dimensione e numero di posti rispetto l’attuale –; le vie XX Settembre e Gorizia rimangono a senso unico da sud a nord; via Isonzo diventa una via a senso unico in entrata verso il centro del paese. È evidente che questa sistemazione, appunto considerata da noi ideale, non può prescindere dalla sistemazione della viabilità di tutto il paese, con la creazione di un percorso alternativo al centro, percorso ormai più che necessario, urgente, che non può essere demandato alla sistemazione della piazza centrale e storica.

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