lunedì 17 marzo 2008
Casa della Cultura 3
Qualche mese fa, in occasione della Sagra del mio paese, conobbi un giornalista di un settimanale locale, Settegiorni, si chiama Alessandro Luè. Da subito è diventato un buon amico, nel senso più ampio del termine: infatti non ci frequentiamo, non ci scriviamo, non usciamo a bere insieme – purtroppo ... –, tuttavia penso ci accomuni una stima reciproca. Forse perché entrambi parte di una generazione di mezzo, che difficilmente troverà spazio e che difficilmente cambierà lo stato delle cose, diciamo che da lontano ci teniamo d’occhio, e forse perché entrambi curiosi, ciascuno a nostro modo, e ciascuno con i propri mezzi e con il proprio lavoro, stiamo cercando di dire qualcosa, anche attraverso i nostri due blogs – il suo è http://alessandrolue.blogspot.com/ –.
Dico questo perché venerdì scorso, come tutti i venerdì, è uscito in edicola Settegiorni, e una delle due pagine dedicate a Nerviano era quasi interamente dedicata – scusate il gioco di parole – a un’idea che avevo lanciato da questo blog qualche mese fa. Ci tengo ovviamente a sottolineare che non ho mai chiesto ad Alessandro di pubblicare i miei scritti – tranne i comunicati stampa per la Sagra del mio paese, o qualche comunicato legato a qualche manifestazione politica –. Gli ho chiesto ovviamente di leggere il mio blog, quello si, così come io leggo il suo, ma non ho mai fatto dichiarazioni scritte o comunicati. Per questo sono stato molto contento comprando il settimanale e vedendo l’ampio spazio dedicato ad alcune idee che si trovano in questo blog.
Nello scorso fine settimana, dopo molto tempo, sono tornato in Dolomiti e ieri, passeggiando sotto la neve per Moena, mi è tornata in mente l’idea della Casa della Cultura – guarda caso il tema che Alessandro portava alla ribalta cittadina –. In un paesino lontano, tra le valli dolomitiche, è più facile sentire il bisogno di avere una casa comune, una casa dove sentirsi appartenenti a qualcosa, a una cultura antica troppo spesso dimenticata o usata brutalmente per fini elettorali. Ma sia in un piccolo villaggio come in una metropoli, a Vigo di Fassa, come a Barcellona, esistono degli edifici destinata alla cultura locale: per esempio la Ciasa de la Comunità Ladina de Fasa e la Casa de la Cultura Catalana. Edifici che sono insieme biblioteca e museo, punto di informazioni e casa delle associazioni, centro civico e punto di ritrovo.
In uno scritto di qualche mese fa proponevo di utilizzare l’ex torre littoria o il vecchio Municipio, ma sarebbe bellissimo poter utilizzare una vecchia chiesina, come l’antico Oratorio di San Biagio e San Francesco di Garbatola, o quel che ne rimane – anche se non è di proprietà pubblica quindi rimane solo un sogno e una proposta troppo astratta –, o una vecchia corte. Nella casa della cultura dovrebbero potersi trovare facilmente tutte le informazioni relative alle manifestazioni che si svolgono nel Comune e nei Comuni limitrofi – lo spazio a questo scopo dedicatovi in Biblioteca è davvero misero, troppo piccolo –, le informazioni relative alle associazioni, i numeri di telefono, il luogo dove poter contattare i responsabili di ogni associazione. Uno spazio dove poter fare musica, dove poter navigare in internet, una biblioteca dedicata con testi in lingua milanese, con testi sul territorio, una civica raccolta di fotografie – magari donate dai cittadini –, o di stampe, ecc. L’archivio civico, magari risistemato e riorganizzato, e liberamente consultabile da tutti. Una sala dove poter tenere delle piccole lezioni, da 20-50 posti, dove ascoltare dei piccoli dibattiti. Una casa dove sentirsi a casa propria o comunque dove potere conoscere una cultura tanto diversa, una casa dove imparare a convivere. Una casa dove anche noi, figli di una generazione di mezzo, spesso sradicati dalle antiche tradizioni delle nostre famiglie, potremo poter ritrovare le nostre origini e da li ripartire per riprogettare il nostro futuro e il futuro delle nostre città.
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3 commenti:
ciao
grazie del post.
Confermo la stima che ci lega.
E complimenti per il blog, ogni giorno sempre più interessante
Siamo una generazione che non cambierà lo stato delle cose? Forse, ma noi ovviamente ci proviamo.
ciao
ale
ciao
grazie del post.
Confermo la stima che ci lega.
E complimenti per il blog, ogni giorno sempre più interessante
Siamo una generazione che non cambierà lo stato delle cose? Forse, ma noi ovviamente ci proviamo.
ciao
ale
ciao
grazie del post.
Confermo la stima che ci lega.
E complimenti per il blog, ogni giorno sempre più interessante
Siamo una generazione che non cambierà lo stato delle cose? Forse, ma noi ovviamente ci proviamo.
ciao
ale
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