martedì 4 novembre 2008

Concorsi concorsi concorsi

Negli anni appena successivi a Tangentopoli nel 1994 i così detti governi di unità nazionale introdussero la legge n.109, detta anche legge Merloni: una legge che doveva regolarizzare il sistema degli appalti e dell’affidamento dei lavori, una legge che apparentemente cambò in modo sostanziale quel sistema, una legge che sta influendo pesantemente, purtroppo negativamente, sull’architettura italiana.
La legge Merloni introduceva, tra le altre cose, il sistema dei concorsi. A loro volta i concorsi possono essere suddivisi tra loro, genericamente, in concorsi di idee, concorsi di progettazione e concorsi ad affidamento. Dall’introduzione della Merloni gli enti pubblici non poterono più affidare lavori a destra e sinistra senza un regolare concorso. Fin qui quindi una buona legge.
Peccato che in Italia di concorsi di idee o di progettazione, concorsi cioè dove il professionista è chiamato a redigere un lavoro, lavoro che poi verrà giudicato da una commissione qualificata e garantita da rappresentanti degli ordini professionali, anche dopo l’introduzione della 109/94 non se ne sono fatti moltissimi. Il 90% circa – dicono i forum sui concorsi – delle opere pubbliche italiane vengono affidate a curriculum. Ma scusate chi pensate che può possere un curriculum vincente se non chi lavorava anche prima dell'introduzione della legge con il vecchio sistema clientelare? Come fanno quindi un giovane architetto o un giovane ingegnere italiani a costruirsi un loro proprio curriculum – attenzione si parla, ovviamente, non di curriculum scientifici e accademici, e nemmeno di curriculum fatto di grandi partecipazioni e collaborazioni, si parla di lavori dove si è stati burocraticamente responsabili – se i lavori continuano a essere affidati a chi ha lavorato negli anni ’70-’80-’90, cioè negli anni nei quali vigeva il sistema clientelare contro il quale la legge è nata?

Ho trovato per caso questo intervento di qualche anno fa su un forum dedicato ai concorsi e ne riporto una parte. Spero stimoli il dibattito su un problema che tocca direttamente tutti i comuni e gli enti di questa nostra Italia.

Concorsi, architettura, Legge Merloni

«Tempo addietro si parlava di architettura, dei suoi aspetti culturali, dei linguaggi, del movimento moderno, del suo superamento, delle tendenze ecc..
Il punto qui non è tanto il dibattito in sé ed i fermenti che caratterizzavano 20 o 30 anni fa il mondo dell'architettura, quanto il fatto che quel dibattito e quei fermenti presupponevano l'esistenza dell'architettura: questa era un dato di fatto che nessuno si sognava di mettere in discussione.

Il dibattito riguardava il "come" fare architettura, ed in seconda battuta "per chi" e "perché". È da notare come l'ultimo movimento culturale significativo in Italia sia stato il post-moderno.
L'introduzione della Legge Merloni, non in quanto a corpo normativo volto a regolamentare l'appalto di Opere Pubbliche (necessità riconosciuta pressoché da tutti), ma per una serie di sue specificità, ha prodotto un vero e proprio trauma nel mondo dell'architettura italiano. Di fatto ha spostato l'intero asse di interesse e dibattito dal "come, per chi e perché" al "se, cosa e perché".

La Merloni, relativamente alla progettazione, ha operato su tre fattori chiave: l'assimilazione delle più svariate categorie di opere all'interno dell'unica grande famiglia delle Opere Pubbliche, il curriculum professionale ed i requisiti economici ed organizzativi dei candidati. In questo quadro due sono gli elementi che saltano all’occhio: i limiti, pressoché invalicabili per la maggior parte di architetti e studi professionali, posti al cosiddetto "libero mercato" e la relegazione del progetto all'ultimo posto della sequenza procedurale.

Di fatto si è realizzato un mercato ristretto, accessibile a quei professionisti e studi professionali dotati di curriculum ventennali in Opere Pubbliche (cioè, in pratica, gli stessi della "prima repubblica") ed alle potenti società di ingegneria, dotate di relazioni e mezzi capaci di acquisire "nomi" e relative referenze: i giovani esclusi al 100%.
[…]
Il colpo di grazia all'architettura viene inflitto, paradossalmente, con i concorsi. La Merloni, tra le procedure, contempla anche i concorsi, ma, e nemmeno tanto velatamente, come procedura eccezionale, e dunque come tutte le eccezioni, serve unicamente a confermare la regola».

Paolo Perotti, 05 dicembre 2002

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