mercoledì 19 novembre 2008

Trasformare la città o non trasformarla









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Qualche giorno fa, per l’esattezza il 23 ottobre, ho presentato al Comune di Nerviano con prot. 31242 la mia candidatura come componente della commissione paesaggio e territorio, la stessa commissione di cui sono membro attivo, e per fortuna anche rispettato, nonostante alcune posizioni radicali contro l’architettura brutalista e speculativa della nostra provincia.
Con buona pace di chi sosteneva, qualche mese fa, che scrivevo di Nerviano e su Nerviano per avere incarichi comunali – attenzione, il gettone della commissione credo sia intorno ai 25 € e sinceramente, anche a Parabiago, non vale la pena rispetto i mal di stomaco che rimangono per tutto il giorno quando si vedono progetti tipo quelli che vengono quotidianamente presentati nei nostri comuni –, o perché avevo chissà quale mira politica e progettuale, e non, semplicemente, perché amo l’architettura e spesso utilizzo, per formazione accademica, dei casi studio dai quali partire, e il Comune in cui abito è sicuramente uno dei casi studio per me più interessanti e controversi, beh con buona pace di chi sosteneva ciò non sono stato nominato, anzi, sono stato l’unico escluso – per la verità siamo stati esclusi in due, entrambi laureati nel 2001, ma dire sono stato l’unico escluso suona meglio –.
Ma non voglio scrivere di questo, né commentare le motivazioni della giunta comunale – motivazioni pubbliche, delibera 140 G.C. del 11.11.2008 –, sarebbe facile ma anche inutile, come sarebbe facile, ma insisto inutile, continuare a dire che non si possono scartare sempre i giovani – ormai non più così giovani per la verità – perché non hanno curriculum, è veramente assurdo, una cosa tutta italiana. Troppo facile dire largo ai giovani, a parole, e poi nei fatti scartarli perché non hanno curriculum sufficiente in politica e nella professione. Basta. Ma come faranno questi giovani 30-40 enni ad avere un curriculum pubblico, attenzione non si parla ovviamente di curricula accademici che quelli ci sono, se tutti gli enti pubblici, amici e nemici, continuano a dare lavori a destra e a sinistra ma sempre a gente che ha lavorato negli anni ’80, poi negli anni ’90, e ora in questo primo decennio di nuovo millennio – queste parole non sono solo mie, ricordo un mio ex capo ufficio, un ingegnerone anche bravo ma soprattutto capo di Forza Italia a Garbagnate, ridere e sorridere mentre parlando con lui di concorsi mi diceva “tanto voi giovani non avrete mai la possibilità di vincere, io lavoravo prima e lavorerò ancora”… beh, così è –.



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Volevo raccontarvi invece un aneddoto che Sindaco, l’amico Pio Petrosino e alcuni consiglieri comunali, tra cui il capogruppo di maggioranza Cantafio, ricorderanno bene perché erano presenti. Lo scorso anno con i professori Antonio Esposito e Daniele Vitale abbiamo tenuto di questi tempi un bell’incontro-dibattito all’inaugurazione della mostra dei lavori dei ragazzi che seguivo con Antonio nel corso di progettazione architettonica II, alla facoltà di Architettura Civile di Milano. Un bell’incontro, con interventi degli studenti, dei professori che avevano seguito il corso e con il solito intervento molto sapiente, intelligente e calibrato del prof. Vitale sulla costruzione del territorio, sulla costruzione della pianura, sulla cultura architettonica, ecc. Poco prima di finire, e poi fare un giro per il recuperato monastero degli Olivetani, sede del Municipio, con professori e Sindaco, dal pubblico si alza una mano. È un vecchio, non nel senso di anziano, architetto nervianese. In un italiano milanese molto divertente – io pure parlo milanese… – l’architetto sosteneva che la scuola italiana era tutta da rifare, che era troppo teorica e che bisognava invece insegnare i ragazzi la vita vera, anche quella comunale, le code, le pratiche, ecc, e che tutti gli studenti che vanno da lui non sanno niente e devono ricominciare da capo. Fu un intervento molto duro ma anche divertente, almeno quanto la sua felliniana uscita di scena.
Spesso anche a Parabiago sento parlare i miei colleghi e i tecnici comunali di “auspicabile apertura all’università”, di far fare lavori ai ragazzi, ecc. Ma quando quell’apertura c’è che fine fanno poi quei lavori? Che fine fa il rapporto tra università e palazzo? In che modo poi il Comune coltiva il rapporto con l’università? Dicendo “senza evidenziare particolare esperienza in campo paesaggistico” e promuovendo quell’architetto nervianese che diceva che l’università era tutta da rifare?

Buon lavoro alla commissione e speriamo che riesca ad arginare il fenomeno delle villette a sclera – faccio mia una felice battuta dell’ex assessore Petrosino, questa volta “ex assessore” perché all’epoca della battuta era assessore, battuta detta a contorno della giornata di presentazione della mostra, dopo l’intervento dell’architetto nervianese – in favore di un riammodernamento dell’architettura nervianese. Dai commissari!, forza, non abbiate paura, siamo nel 2008 e nel resto d’Europa tutti stanno camminando mentre noi siamo al palo…

Ps. Se dopo aver letto la delibera di Giunta cercherete l’arch. Colombo Marco sul web, come ho fatto io, troverete un architetto, mio coetaneo ma che non conosco e che sembra bravo. Ecco, non è l’altrettanto bravo, credo, ma non lo conosco, architetto omonimo che sarà in commissione a Nerviano.

PPs. Cari amministratori, cari amici, guardate che queste cose sembrano poco gravi e limitate a un campo "accademico" e architettonico in realtà sono cose importanti, che possono cambiare un paese. Mettere un agronomo, a capo di una commissione tutta architettonica, lo dico perché mensilmente
a Parabiago sono chiamato a guardare progetti che spesso tentano di stravolgere la città, è pericoloso, non per la bontà o meno della persona - certamente valida - ma per l'idea stessa che sottende il non volere trasformare, riammodernare un paese, un paese stanco, un paese conservatore che ha invece bisogno di cambiamenti!!! E non si può continuare a delegare tutto al nuovo PGT. Monza e Banderali sono bravissimi, lo dico sinceramente, e faranno un piano intelligente e lungimirante, ma non si esaurisce tutto lì. Davvero amici urbanisti, ditelo anche voi...


Nelle foto. Interventi dei Wolf Architektur, Austria.

8 commenti:

Anonimo ha detto...

caro Fabio, riusciremo mai a scalfire questo muro??
Da giovane ancora studente, non mi rendo molto conto della situazione del mondo del lavoro, o comunque dell'architettura e della progettazione in particolare.
Però ti posso dire che anche nella mia breve esperienza politica nelle fila del PD, mi sono reso conto che questa questione viene a galla. Io poi sono un caso particolare però, perchè a Parabiago rivesto il ruolo di coordinatore, ed è stato questo un successo, non solo per me, ma per il rinnovamento in generale.
Lo si è visto però nelle candidature per i coordinatore di zona del Legnanese, o nell scarso interesse riposto dalla maggior parte dei "grandi" nei confronti delle attività del giovanile.

Che fare allora?
Cechiamo almeno di tenere duro e di gicare al meglio tutte le nostre carte. In fondo se in un comune sei in commissione e in uno no, qualche domanda possiamo e dobbiamo porcela. D'altra parte io sono felie che sei presente a Parabiago in veste di "critico", se così possiamo chiamarti.

Un abbraccio forte, che ti spinga ad andare aanti a fare ciò che fai, e farlo sempre al meglio.

Ciao
Claudio

Anonimo ha detto...

Fabio Benedetto, sembri solo amareggiato. Io fossi in te sarei inc.....ssimo. OOOOOps mi è scappata. Non ti si conoscesse già sarebbe un alibi traballante, ma averti preferito chi siede ora in commissione paesaggio (non tutti) risulta chiaramente un'operazione scientemente voluta. Voluta perchè dai fastidio: rassegnati. E non è per fare del retropensiero, ma due dei cinque escono da un preciso disegno politico. La cosa buffa è che il disegno non è del Sindaco, che si è limitato scioccamente ad avallarla... Non sto facendo nemmeno voli nell'assurdo, ma ci si ricorda la vicenda che portò alla caduta della Giunta precedente? Basta leggere i nomi, pensare alle frequentazioni ed ecco che la somma due più due continua a fare quattro... Che gioco vomitevole! Per quanto riguarda i giovani progettisti, le capacità e le appartenenze partitiche, bhe, c'è chi predica e chi razzola e a tale proposito narra una "pansaniga" che c'era un tempo un rozzo sindaco leghista che aveva formato una commissione edilizia composta in gran parte da giovani e giovanissimi architetti; stesso rozzo personaggio che si azzardò ad affidare la progettazione dell'ex monastero a tre architetti appena trentenni, uno dei quali si era addirittura presentato alle elezioni comunali in una lista avversaria... Un sindaco che di politica non capiva nulla, al punto di affidare la redazione del Piano Regolatore all'ex sindaco PCI di Pero! Una personcina ingenua e sprovveduta che non riuscì a capire che il fragile vecchietto che gli aveva fatto scappare prima un assessore e poi il presidente del consiglio in realtà era un orco cattivo. Eh... sì, è proprio una storia d'altri tempi. Probabilmente inventata per spaventare i bimbi e farli andare a letto presto la sera. Magari convincendoli che gli orchi non esistono... Pace e bene

Fabio Pravettoni ha detto...

Grazie Padre e grazie Claudio...Davvero, con il cuore!!! Teniamo duro! e buon avvento padre...

Fabio Pravettoni ha detto...

...anche se, forse per giovinezza, forse per "verginita'" - politica si intende, don, lei lo sa - non ho capito chi è il fragile vecchietto. Forse un giorno me lo dirà...

Anonimo ha detto...

“tanto voi giovani non avrete mai la possibilità di vincere, io lavoravo prima e lavorerò ancora”
Penso questa sia una bella frase che riassume lo stato d’animo di una generazione divisa tra il non riuscire a fare e non voler più fare perché tanto non serve.
Prave, qui stai parlando di architettura, intesa come professione, e dei problemi e delle resistenze che stai incontrando tu come giovane professionista. E che poi sono gli stessi problemi che da “quasi collega” ho anch’io conosciuto e vissuto, anche se con forme e declinazioni differenti (in particolare mi piace ricordare che il costo orario di un giovane arch. sul mercato è pari a 0 € nette, e non dico cosa non nota, chissà poi perché dato che all’estero, o almeno così si racconta in certi bui vicoli della facoltà, si viene pagati sin dalle prime esperienze lavorative, e sì diventa dura campare).
Ma più che un piccolo dramma della categoria professionale, il caso che porti temo sia un buon esempio della resistenza alla crescita e alla sostituzione generazionale che vizia un intero settore sociale (il nostro, ovvero i trentenni, e forse anche chi ci seguirà).
Mi pare che in molti potremmo raccontare di come sia difficile cresce in un periodo in cui chi sta crescendo è visto più come un potenziale competitore da reprimere e di cui sfruttare l’entusiasmo, piuttosto che una risorsa su cui investire. Ovviamente, il discorso non calza solo al settore di cui all’oggetto. Mi vengono in mente altre storie di giovani che in altre occasioni hanno lamentato resistenze alla loro crescita e alle loro idee e che dalla società resistente hanno scelto la fuga (più reale che ideale) oppure alla resistenza si sono arresi ed adeguati (adeguarsi o resistere a sua volta? ai posteri l'ardua sentenza).
S

Fabio Pravettoni ha detto...

Porca Troia...opps don mi scusi, ma letta con nomi e cognomi sembra una storia da Caltagirone, non da Nerviano... Ma lei crede che quel vecchietto sia ancora così potente?

igghins ha detto...

bè è scandalosamente normale la tua "bocciatura".
poi penso che tu lo sappia molto meglio di me il perchè di questo , che nel tuo caso dire che tu sia stato scartato solo per il tuo curriculum , almeno quello lavorativo , non sia tutto lì....
ciò non toglie però che il problema visto da un punto di vista più generale.
ma che ti devo dire la politica su queste questioni è meramente ignorante, o un sindaco è casualmente anche architetto, oppure queste scelte come pensi possano avvenire ?
non hanno nemmeno le basi per poter giudicare chi sia veramente idoneo...né nel piccolo comune e purtroppo nemmeno ai più grandi "palazzi " della politica.
sarebbe bello fosse tutto più giusto, ma constato tutti i giorni che la meritocrazia è quasi sempre una mera utopia.
io sono stato più "fortunato" , pur essendo più giovane di te faccio parte ( gratuitamente nemmeno 1 euro di gettone...) da più di 4 anni di una commisione edilizia comunale.
ma anche lì con tutta la buona volontà che ci puoi mettere spesso ad impedirti le "nobili cause" dell'architettura ci sono politici inadeguati, tecnici comunale ignoranti ( nel senso buono della parola ) in materia, piani regolatori incompleti o mal redatti ( spero nn volutamente , ma spesso ti sovviene un dubbio ),spesso, troppo spesso anche la commissione edilizia si trova con le mani legate e quindi ?
...comunque tu la voglia girare troveresti sempre qualcosa che purtroppo non funzione in questa macchina, sembra che gli scempi perpetrati negli anni cinquanta prima e a fine anni ottanta non siano serviti ad insegnare niente , come se nn fossero sotto i nostri occhi quotidianamente...
bho personalmnte sono molto disilluso dalla professione, da quello che ci sta, o sopratutto non ci sta intorno, siamo poveri culturalmente sotto tutti gli aspetti e quel che è più grave sembra che questo non interessi a nessuno.

Anonimo ha detto...

Fratello Fabio, ero un pò preso con le benedizioni natalizie che mi era sfuggito il tuo commento... Ebbene si! il vecchiardo che si aggira nei meandri del palazzo è ancora forte, se possibile ancora più di prima. E sembra che di notte si possa incontrare al crocevia della Grancia, mentre gioca a carte con il diavolo o alla cava del tiro a segno mentre assiste al sabba delle "strie"... ma queste forse sono solo pansanighe da raccontare ai bimbi monelli la sera per farli andare a dormire. Ah, naturalmente le mie benedizioni vengono elargite non con l'aspersorio ma con un nodoso randello! Pace e bene.