mercoledì 17 novembre 2010

E' tempo di cambiare!


Carissimi

riprendo a scrivere dopo tanto tanto tempo. Una lunga pausa di riflessione, di studio, di duro lavoro.
Riprendo a scrivere perché sono stanco di questa classe dirigente chiassosa e impreparata, stanco di questi urlatori televisivi e di quest’incapacità dilagante a tutti i livelli.
Riprendo a scrivere perché sono ormai scettico su tutto, non mi fido più di niente e di nessuno, tranne di pochi amici e dei pochi che credono che ancora qualcosa si può fare. Riprendo a scrivere perché è incredibile come in questo paese non conti più nulla la ricerca. Hai studiato, stai studiando, stai ricercando da anni su determinati temi, beh non gliene importa niente a nessuno! Non certo ai privati cittadini, quasi tutti, imbesuiti di fronte alla mediocrità televisiva, non agli amministratori o ai politici, troppo presi dalle loro manie e dalle loro beghe di potere. Uno schifo.
Torno a scrivere perché sono stanco di starmene lì a guardare per cercare di capire se cambia qualcosa. No non cambia niente.

Perché oggi? Perché oggi finalmente una commissione formata da tre sconosciuti ha letto, dopo cinque mesi !!!, ha letto il verdetto di un concorso – possibile che ci vogliano cinque mesi per giudicare un progetto? pensate se in Università, altro luogo che non brilla per efficienza, un ragazzo consegnasse un lavoro oggi e prendesse il voto tra cinque mesi, non si griderebbe allo scandalo? – per la riqualificazione della piazza in cui vivo. Una piazza su cui ho scritto articoli di giornale, su cui conduco una ricerca dal 2007, su cui abbiamo fatto fare lavori universitari, una piazza, infine, in cui non più tardi di qualche anno fa il Sig. Sindaco prometteva solennemente che si sarebbe fatto in quattro per pubblicare questa ricerca. Niente ultimi. Ultimi? Ma stai scherzando? No, no... ultimi. Praticamente zero punti come conoscenza del luogo. No, non è possibile... Si, si. Non so se ridere o piangere. Ha vinto un progetto innovativo? Un progetto che rivoluziona un paese, o che lo conosce dalle sue viscere? No, ha vinto un progetto mediocre e ingegneresco, che non tocca quasi niente e lascia tutto così com’è, non tocca il vecchio monumento, non tocca la vecchia fontana, non tocca gli alberi, nemmeno quelli vecchi e malconci, non tocca nulla nemmeno il sagrato, se così si può chiamare, della chiesa attuale e sbaglia i nomi della chiesina antica – di cui nessuno conosce l’esistenza tranne per qualche articolo mio antemprima del libro che mai vedrà la luce –. Ma com’è possibile? Com’è possibile che tre giurati che ci hanno messo cinque mesi a giudicare un progetto non abbiano tenuto conto di tutto questo?

E allora? Non dobbiamo credere più nei concorsi? Non dobbiamo più studiare? Non dobbiamo più fare ricerca? Oppure dobbiamo ribellarci e prenderci finalmente quello che ci spetta, finalmente mandare a casa, una volta per tutte, questa classe dirigente, questi politici incapaci che siedono in consigli comunali per un pugno di voti, per poi sperare che si possa finalmente ricostruire un’Italia più giusta, più meritocratica, meno favoleggiante, più onesta, più rigorosa, meno doppiogiochista e meno intrallazzona, più limpida! Un Italia dove se una classe dirigente convince un ragazzo, un suo figlio, a studiare e lo porta poi, quando è ormai uomo, al massimo livello di istruzione, non lo fa per tenerselo buono in un angolo, ma lo faccio per poi usarlo e per poi ascoltarlo...
È ora di cambiare dobbiamo tornare a essere quell’Italia che usava i ricercatori, gli intellettuali, i pensatori, quell’Italia geniale che cresceva e si sviluppava in tutte le arti e i mestieri e non questa italietta mediocre. Dobbiamo lottare perché finisca presto questo cupo tempo dei burattini di partito, mediocri funzionari dalla giacchetta grigia e triste, e ricominci il tempo della ricerca, dello sviluppo, perché no dell’ascolto...

1 commento:

igghins ha detto...

non esite la meritocrazia...

siamo il paese, o anche il mondo, del grande fratello, amici, xfactor, dei pacchi, del mercante in fiera ecc...ecc..

siete nel paese della mostra fotografica sulle acconciature.


serve aggiungere altro ?!

stò solo attendendo il giorno in cui la porola CULTURA verrà cancellata dal vocabolario.