sabato 19 luglio 2008

A pensare male si fa peccato...



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Ho lasciato passare qualche tempo da un lato per prendermi una pausa di riflessione, dall’altro per consentire ai miei lettori che magari si erano persi dei pezzi, di leggere o rileggere alcuni scritti dei mesi scorsi. Mi ero poi ripromesso di tornare a scrivere di architettura, di costume e di società civile ma prima di farlo voglio chiudere per il momento la questione palazzone.

Da un po’ non scrivo, forse dal consiglio comunale nervianese di qualche settimana fa in cui è stato adottato il progetto per la trasformazione d’uso di un lascito di tangentopoli – vedi ultimi due scritti – da albergo in residenza, portando a compimento un disegno occulto che da anni era stato non dimenticato ma accantonato in attesa di tempi migliori. Ora quei tempi sono arrivati e se da un lato sono pronto a giurare sull’integrità morale dell’attuale sindaco e della sua maggioranza, dall’altro sono proprio stupito e deluso per come si è evoluta questa faccenda. La maggioranza compatta, con il solo lodevolissimo voto contrario di Dario Carugo, ex primaverile democratico ma soprattutto persona saggia, intelligente, scrupolosa e attenta alle istanze della base che lo ha votato, qualità rarissima tra i politicanti moderni, ha infatti adottato la trasformazione d’uso del palazzone e di colpo i consiglieri comunali, novelli alchimisti, hanno trasformato il cemento armato e i mattoni in oro zecchino.
Rimango del parere che a Nerviano serva un programma di edilizia economica, o come si diceva un tempo serva dell’edilizia economica e popolare. Rimango del parere che a Nerviano, come in molti paesoni del nord ovest milanese, serva un’edilizia, un’architettura, di qualità, con case moderne, con quartieri pensati per l’uomo e con l’uomo, con strutture e servizi e non serva invece il recuperare una rovina tangentista, per altro bruttina, facendo la fortuna di pochi e forse la rovina di molti. Rimango del parere che non si sarebbe dovuto – e non si dovrà perché non è ancora finita – adottare un progetto simile, un progetto che prevede un aumento della popolazione del paesino nel quale è inserito di circa il 20%, senza ovviamente prevedere adeguati aggiustamenti, contropartite, o come vogliamo chiamarle, in termini di servizi alla cittadinanza.

Titolo: “A pensa’ mal se fa’ pecà” – dicevano i nostri vecchi. Sottotitolo: "ma a sa induina sempar" – saggezza popolare –.

Dicevo, e chiudo, che non è finita. Infatti il programma integrato di intervento in questione è stato solo adottato dal consiglio comunale, ora dovrà essere esposto alla cittadinanza per 15 giorni, quindi per altri 15 giorni i cittadini potranno fare delle osservazioni al progetto, infine entro 60 giorni dalla chiusura del tempo delle osservazioni il consiglio comunale dovrà approvare, o meno, definitivamente il progetto.

Domanda: quando pensano i nostri uffici comunali, e i nostri amministratori – ma non so se dipende da loro, spero di no – di pubblicare il progetto? Siamo a fine luglio? Visto che il progetto deve essere esposto per 15 giorni, quando i cittadini, che già si stavano organizzando in comitati e gruppi, potranno fare le osservazioni? Quando i firmatari delle raccolte firme potranno nuovamente dire la loro in merito l’approvazione del progetto? In agosto dalle spiagge mediterranee? Spero proprio che i nostri amministratori, proprio in nome della partecipazione cittadina alla cosa pubblica, ricordino agli uffici che sarebbe il caso, ormai, di aspettare settembre, almeno saremo tutti meno incattiviti, meno stanchi, più rilassati, ma soprattutto...almeno saremo tutti.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Caro Fabio,
"A batt i pagn ghe sòlta foeura la strìa"...