domenica 27 gennaio 2008

Il giorno della Memoria - La Risiera

«La barbarie della Risiera è insieme l’eroismo della Risiera, mentre la coscienza civile si è costruita nella negazione della barbarie; ha sviluppato i suoi modelli eroici all’interno della storia umana, come predominio e signoreggiamento, come trionfo sulla barbarie. Comunque il pensiero e la coscienza moderna propongano il mito dell’eroismo e del trionfo della civiltà, i fatti storici connessi con la costruzione e il progresso di quelli (pensiero e coscienza) restano a fondamento della nostra civiltà ed esigono da noi un giudizio che, proprio perché deve riferirsi alla civiltà come sviluppo della coscienza, ammette solo una dimensione logica, costruttiva.
Di più, se quei fatti che vogliamo insieme cancellare e celebrare, oltre a essere nella storia della civiltà come prodotto dello spirito e del pensiero dell’uomo, solo elemento fisico di una città [Trieste], allora dobbiamo proporre a quei fatti un ruolo architettonico nella città»[1].
















Oggi non voglio commentare, solo ricordare, e invitarvi a studiare e visitare quella straordaria città multietnica che è, e che è stata, Trieste, e insieme, magari qualche ora, soffermatevi alla Riesiera, Monumento straordinario, di architettura, tra antico e moderno, tra finito e non finito, tra presente e momoria, tra civiltà e barbarie.

















[1] GIANUGO POLESELLO, Gianugo Polesello. Architetture 1960-1992, a cura di Mirko Zardini e con introduzione di Massimo Cacciari, Documenti di Architettura, Electa, Milano, 1992, p.28.

4 commenti:

sheepmaster ha detto...

La Risiera, sensazioni indimenticabili, il solo fermarsi e ascoltare con corpo, cuore e anima necessita per assaporare "l'immobilità della memoria" di un luogo così speciale e devo ringraziare te per aver potuto farlo. Grazie.

Anonimo ha detto...

«Egli vide un milite delle SS di statura gigantesca che stava conducendo per mano, nel secondo cortile davanti alle prigioni, un bamberottolino bruno e ricciuto (certo un ebreo) che zampettava appena. Il bambino incespicò e cadde in avanti; il milite, lancindo una bestemmia, lo colpì al capo col tacco del suo scarpone. La testa scoppiò letteralmente. Ad anni di distanza quell’amico non riusciva a liberarsi dall’incubo del tonfo provocato dalla povera testolina»

Carlo Schiffrer, La risiera in Trieste, n.44, 1961

Mi chiedo quale sia il senso della Memoria, perchè ricordare?
Il giorno della memoria...ma noi, che la memoria non ce l'abbiamo, noi, che non abbiamo vissuto quell'orrore, noi, cosa impariamo dalla memoria degli altri?
Leggendo questo passo, ritrovato per caso tra le carte di un Archivio polveroso mi sono commossa e mi sono detta che spesso la memoria è un tormento, sembra quasi ingiustificata.
Ricordare sempre le cose belle e dimenticare le cose brutte. Ma alla fine, è proprio il contrario: si tende a dimenticarsi di ciò che ci ha fatto soffrire e quindi non impariamo dai nostri errori; è proprio nella memoria che sta l'insegnamento alla vita. Imparare dal passato per capire chi siamo, da dove veniamo, e per non ricommettere gli stessi sbagli e costruire un mondo migliore.
Veronica

Anonimo ha detto...

«Egli vide un milite delle SS di statura gigantesca che stava conducendo per mano, nel secondo cortile davanti alle prigioni, un bamberottolino bruno e ricciuto (certo un ebreo) che zampettava appena. Il bambino incespicò e cadde in avanti; il milite, lanciando una bestemmia, lo colpì al capo col tacco del suo scarpone. La testa scoppiò letteralmente. Ad anni di distanza quell’amico non riusciva a liberarsi dall’incubo del tonfo provocato dalla povera testolina»

Carlo Schiffrer, La risiera in Trieste, n.44, 1961

Mi chiedo quale sia il senso della Memoria, perchè ricordare?
Il giorno della memoria...ma noi, che la memoria non ce l'abbiamo, noi, che non abbiamo vissuto quell'orrore, noi, cosa impariamo dalla memoria degli altri?
Leggendo questo passo, ritrovato per caso tra le carte di un Archivio polveroso mi sono commossa e mi sono detta che spesso la memoria è un tormento, sembra quasi ingiustificata.
Ricordare sempre le cose belle e dimenticare le cose brutte. Ma alla fine, è proprio il contrario: si tende a dimenticarsi di ciò che ci ha fatto soffrire e quindi non impariamo dai nostri errori; è proprio nella memoria che sta l'insegnamento alla vita. Imparare dal passato per capire chi siamo, da dove veniamo, e per non ricommettere gli stessi sbagli e costruire un mondo migliore.
Veronica

Anonimo ha detto...

«Egli vide un milite delle SS di statura gigantesca che stava conducendo per mano, nel secondo cortile davanti alle prigioni, un bamberottolino bruno e ricciuto (certo un ebreo) che zampettava appena. Il bambino incespicò e cadde in avanti; il milite, lanciando una bestemmia, lo colpì al capo col tacco del suo scarpone. La testa scoppiò letteralmente. Ad anni di distanza quell’amico non riusciva a liberarsi dall’incubo del tonfo provocato dalla povera testolina»

Carlo Schiffrer, La risiera in Trieste, n.44, 1961

Mi chiedo quale sia il senso della Memoria, perchè ricordare?
Il giorno della memoria...ma noi, che la memoria non ce l'abbiamo, noi, che non abbiamo vissuto quell'orrore, noi, cosa impariamo dalla memoria degli altri?
Leggendo questo passo, ritrovato per caso tra le carte di un Archivio polveroso mi sono commossa e mi sono detta che spesso la memoria è un tormento, sembra quasi ingiustificata.
Ricordare sempre le cose belle e dimenticare le cose brutte. Ma alla fine, è proprio il contrario: si tende a dimenticarsi di ciò che ci ha fatto soffrire e quindi non impariamo dai nostri errori; è proprio nella memoria che sta l'insegnamento alla vita. Imparare dal passato per capire chi siamo, da dove veniamo, e per non ricommettere gli stessi sbagli e costruire un mondo migliore.
Veronica