domenica 13 aprile 2008

Nell’attesa di risentire quella tua fragorosa risata un giorno lassù

Caro Lele

il destino infame, o lo stato e queste spero non infami elezioni, ha voluto che domani non potrò accompagnarti nell’ultima tua dimora terrena. Scelgo così di scriverti questa mia lettera pubblica, dopo una settimana di silenzio, e di lavoro al tuo fianco, già, perché per noi tutti eri in fiera a dirigerci, o in qualche trasferta a lavorare più di noi.
Ti ho conosciuto che eri un bambino, ti ho parlato per l’ultima volta ieri, da uomo a uomo, o da ragazzo, io, a uomo, tu.
Potrei scrivere di tantissimi momenti, ne scelgo, piangendo e ridendo, qualcuno.

Parto dalla fine. Qualche settimana fa ti ho mandato un messaggio, ricordi? Ti abbracciavo da lontano, da Monaco, dove lavoravo per te, e ti chiedevo di perdonarmi per gli errori commessi e di ricordarmi sempre come il tuo diseducatore preferito. Mi hai subito risposto e il cuore mi si è riempito di gioia.
Ti ricordi quell’ultima trasferta monegasca quando dopo aver finito di lavorare siamo andati a mangiare, e finito di mangiare siamo andati a ballare? Proprio così io e te a ballare dopo tre giorni di lavoro durissimo. Eri sempre il solito Lele, prima serio, serissimo, più vecchio di me, poi a un certo punto, come facevi quasi solo con me, tornavo bambino, o tornavi un ragazzo di, boh allora forse 23 anni, e continuavi, semi ubriaco, a ripetermi “ti voglio bene”, e gridavi “grazie prave, ti voglio bene”, “grazie...”.

Sei sempre stato più vecchio degli altri. Hai sempre voluto correre, correre più degli altri. Avevi quattordici anni e mentre gli altri pensavano al pallone tu correvi dietro alle ragazzine, e volevi sempre stare con noi educatori, più grandi di te, ci spiavi, ci copiavi, ci amavi. Avevi sedici anni e venivi in vacanza con noi. Bellissimo, uno dei momenti più belli della mia vita. Erano anche gli anni della mia giovinezza, anni in cui si correva per le montagne, si mangiava insieme, ci si lavava nei ruscelli, al tramonto si pregava insieme e poi si andava a dormire in tenda, perché il rifugio era pieno e perché volevamo sentirci diversi.
Ricordi poi le prime volte in fiera a Milano? Il papà, il tuo mito, ti aveva lasciato solo e ancora una volta volevi correre, correre per crescere in fretta. Eri ancora studente delle superiori, studiavi al Cesare Correnti, di fronte alla vecchia Fiera, e ti chiamavo quando uscivi presto da scuola, così iniziò quell’ultimo tuo grande amore.

Potrei ricordarti quelle volte a sciare insieme, quelle gite al Rock’in Rho, quelle risate in montagna, quella camminata nella neve di molti anni fa a prendere in giro gli altri, Gloria, Raffaella, a prenderci in giro per primi noi due. Ce ne sarebbero moltissimi di momenti da raccontare, belli e meno belli, ricchi di amore e di tensione. Ma voglio ricordarti mentre ti arrampicavi sulla parete di roccia a Vigo di Fassa e mentre chiamavi Mondonico, l’allenatore di serie A, allora allenava l’Atalanta, con quella tua solita faccia da culo, per farti fare l’autografo o la foto insieme e finiva che Mondonico fotografava noi... voglio ricordarti felice, felice di stare ancora una settimana in montagna con noi più grandi mentre gli altri se ne andavano a casa da quel padre che non avevi più.
Probabilmente domani, lì dove sei volato prematuramente, ritroverai tuo nonno, che ti accompagnava in Oratorio i primi anni di Oratorio Estivo, probabilmente ritroverai altri che ti hanno voluto bene, penso alla Gemma ad esempio. Ti voglio bene "Adolino", ti voglio bene come te ne hanno voluto tutti quelli che ti hanno incrociato e come te ne vorranno tutti quelli che incontrerai ora. Già ti vedo andare da San Pietro a chiedergli cosa si fa lassù, o a chiedere a San Paolo come si fa a essere dei bravi Cristiani, o a chiedere notizie a tutti quelli che incontri.

Aspettami e magari ci rimetteremo, tra non moltissimo, in un angolo a ridere a scherzare a prendere in giro gli altri, a farci richiamare all’ordine, a correre veloce sulle nuvole.
Ti voglio bene. Ciao Lele.

Fabio

2 commenti:

sheepmaster ha detto...

Ti ho conosciuto poco, ti ho conosciuto tardi, ti accompagnerò domani.

Ciao lele.

Anonimo ha detto...

vaffaculo prave mi hai fatto piangere...