lunedì 28 aprile 2008

W la resistenza













Sottotitolo: Saluti Romani

Carissimi, mentre a Nerviano qualcuno canta, non tutti per la verità ma qualcuno si – il sindaco ha fatto un intervento semplice e giusto –, che il 25 aprile non è una ricorrenza ma una giornata di lotta e di rivoluzione, a Roma e in tutta Italia stravince la destra. Quella stessa destra che gli anni scorsi si sarebbe detta al mare, in un weekend di sole a fine aprile, ieri ha votato e ha votato massicciamente contro Rutelli e contro la politica della sinistra del nostro paese.

Proviamo a riprendere il filo.
La sinistra italiana non c’è più, o meglio non siede in parlamento, non è rappresentata, quindi non c’è più – e lo dice uno che ha votato sinistra arcobaleno e che spessissimo compra e legge il manifesto, di cui è sostenitore –. E forse è giusto così. La gente è stanca dei vari Diliberto, Mussi, Pecoraro, dei vari sindacalisti o ex sindacalisti radicati a una cosa che non c’è più.
Mentre la sinistra è scomparsa, il centro sinistra, o la sinistra parlamentare c’è ma è stato licenziato dagli italiani. Perché? Tantissimi sono i motivi, uno su tutti, credo, la troppa litigiosità del vecchio e la troppa burocratizzazione del vecchio e del nuovo. Apparati apparatini, strutture e strutturine legano, imbavagliano, soffocano il nuovo, che a differenza di quanto si dice, o a differenza di quanto dice il suo segretario, è soffocato, sempre, sul nascere.
Nel mio paese, per esempio, c’è una sorta di continuità piena e assoluta, quasi gerarchica, ci fu continuità tra fascismo e post fascismo, tranne durante la resistenza, ci fu continuità assoluta nella Democrazia Cristiana, trent’anni di stesso Sindaco, ci fu rottura e discontinuità con la lega Nord, che però poi continua ancora oggi più o meno con lo stesso gruppo dirigente, c’è continuità nel PCI, PDS, DS, DS+Margherita, PD. Una continuità piena tra prima e dopo. E quando qualcuno pensa di fare qualcosa di nuovo difficilmente viene accolto con i favori della dirigenza, se prima non ha ricevuto il benestare della dirigenza stessa, chiunque essa sia. Abbiamo qualche mese fa tentato di fare dei laboratori democratici, una sorta di strumento parallelo a quello ufficiale, slegato dai partiti e dalla burocrazia, slegato dalle cariche e dagli amministratori. Sapete com’è andata a finire – per ora –? Non si è fatto niente, o quasi. La dirigenza non ha voluto e ancora oggi guarda con sospetto.

Dico questo se non altro per dire che proprio alcune cose non vanno in questa sinistra finalmente europea, finalmente nuova, finalmente altra da quella di prima. Ma una sinistra così diversa doveva candidare proprio l’ex ex sindaco Rutelli a Roma, nonché ex segretario Margherita – già perché era l'unico –? Posto che Rutelli fu un gran sindaco – ero un grande fan del Rutelli di allora, meno di quello vaticanista di oggi – ma non avevamo più nessuno? Evidentemente no e ... Rutelli perde e Alemanno sindaco. Ma dov’è finita la novità, il nuovo parito? Marini presidente del PD sarebbe il nuovo? Scusate ma proprio faccio fatica a capire.

W il 25 aprile, W la resistenza, W l’Italia.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Che giornataccia il 28 aprile! Si sperava di vincere almeno a Roma, per tirare il fiato e non sentirsi, o forse meglio dire essere, schiacciati dalla Destra, invece anche la Capitale ha voltato le spalle al Centro-Sinistra. Secondo me i cittadini Romani hanno votato contro Rutelli più che allo schieramento politico che lo sosteneva. Forse non (ri)presentarlo sarebbe stata la mossa migliore, la sua recente piega vaticanista ha avuto il suo peso (ho conosciuto dei romani, che mi dicevano non essere troppo popolare il Vaticano in città), o semplicemente a nessuno piace il brodo riscaldato.
Sconfitta a Roma o meno, i riformisti in Italia escono sconfitti dalle urne: cosa significa questo? La fortissima componente conservatrice, a destra come a sinistra, che osteggia fortemente qualsiasi iniziativa riformista ha preso il sopravvento, con l'aggravante che all'interno del partito riformista sopravvive, senza problemi, l'apparato di cui parla Fabio; aggiungiamo quella italica avversione per qualsiasi novità e la difficoltà intrinseca a liberarsi di questi inutili orpelli e il gioco è fatto.
Urge nuovi protagonisti, urgono soprattutto idee nuove, al passo con i tempi, perchè comunque la si voglia vedere, la vittoria delle destre è figlia di un certo populismo che non fa per niente bene al nostro paese, piùche di risposte efficaci ai problemi della gente.


Maurizio - Arluno