mercoledì 21 maggio 2008

Un parco a Garbatola







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Riprendo dopo qualche giorno di assenza da un tema che sta a cuore a molti, il tema del parco.

Nei mesi scorsi ho provato a distinguere tra parco urbano e parco extraurbano. Si è detto che le differenze non sono solo differenze di terminologia, ma differenze sostanziali: un parco urbano per essere definito tale deve rispondere a determinati requisiti e non lo si può confondere con un giardino pubblico, con un parco giochi, o con un parco extraurbano. Se però il campo di applicazione è una piccola realtà, un piccolo borgo, come molti in Italia, allora la questione si complica: di colpo parco urbano, giardino pubblico, parco sovraccomunale, aiuola con i giochi per i bambini, tendono a perdere identità e a confondersi. Se poi ci si mettono pure gli interessi di parte, interessi che spessissimo governano le decisioni prese nelle piccole comunità, allora tutto si fa molto più complesso.

Negli ultimi due mesi sono state presentate sui giornali locali, e non solo, anche in Consiglio Comunale, due proposte: la prima, più semplicistica, prevede di destinare una piccola striscia di un giardino, già della scuola materna, a parchetto pubblico; la seconda prevede di destinare a parco pubblico un ampia area verde confinante con la zona industriale di PRG. Perché un’area verde molto vasta, sovracomunale, confinante con il canale Villoresi, un’area già battuta da podisti giornalieri, da ciclisti della domenica e da famiglie in gita lungo l’alzaia del Canale, un’area solcata dal quasi defunto torrente Bozzente, ma anche da un sistema intrigante e intricato di canali e vasche d’acqua, un’area quindi già per sua vocazione parco, non è stata ancora considerata nel dibattito che si sta accendendo in questi mesi attorno alla possibilità di avere un parco a Garbatola di Nerviano? E allora un blog serve anche a questo, e da questo blog, come ho già fatto precedentemente anche su altri temi, lancio questa proposta: perché non considerare l’area tra Garbatola, Villanova e Sant’Ilario un grande parco, un grande parco delle Frazioni?

Certamente ha ragione chi pensa a un’area gioco, con tanto di rampe per gli skate, castelli di legno, panche ecc, un parco infatti va pensato e progettato come si dovrebbero pensare e progettare le città: quindi un’area gioco potrebbe essere sistemata in prossimità del centro abitato, poi, man mano che ci si allontana dalle case, le strutture potrebbero farsi più rade, fino quasi a scomparire in un grande, non grandissimo per il vero, ma ancora gestibile economicamente e progettualmente, parco agricolo comunale. Un parco con punti di sosta, indicazioni, cartelli, paletti per le segnalazioni dei chilometraggi per i podisti; un parco pensato e progettato.
Solo pensando e progettando consapevoli di essere inseriti in un contesto più ampio, nel senso del territorio ma anche nel senso della storia che ci circonda, si potrà tentare di essere all’altezza di quel grande disegno che per secoli ha strutturato e costruito le nostre campagne e le nostre città.

1 commento:

Anonimo ha detto...

A volte non è necessario progettare uno spazio per migliorarlo o per dargli più significato, a volte basterebbe riuscire anche solo a tutelarlo per conservarne il fascino intrinseco.