lunedì 20 aprile 2009

Dell'esperienza politica

















Spesso mi pare di assistere a una sorta di teatrino della politica di basso livello. Mentre da un lato si fa finta di non capire quello che scrivo, e lo si interpreta spesso malamente, dall'altro si coglie sempre l'occasione per rimproverare al sottoscritto e ad altri chissà cosa, forse un astensionismo politico. Non lo so.
Non ho mai scritto di me, della mia esperienza, se così si può dire, politica ma colgo l’occasione per fare chiarezza una volta per tutte. Riesco a farlo in modo più o meno dettagliato data la brevità di questa stessa esperienza.

Nel 1990, a sedici anni, mi avvicino alla “politica scolastica” all’ITCGPA Maggiolini partecipando attivamente a manifestazioni, assemblee studentesche, ecc, dicendo la mia, parlando agli altri studenti, ecc. Nel 1991 mi presento alle elezioni per il rinnovo del consiglio di istituto e vengo eletto. Rimango in carica un anno, nel 1992 mi ripresento e vengo rieletto. Sono anni splendidi, definiti poi, più avanti, da altri, la “Primavera del Maggiolini”: anni in cui si riorganizza la vita dell’istituto, anni in cui partono sperimentazioni, anni in cui si scrive il regolamento d’istituto, che prima non c’era, anni in cui il Maggiolini è il centro intellettual scolastico della zona tra Rho e Legnano. Per dirne una o due, scrivo il regolamento di istituto – la sera – per la sezione studenti, che istituisce il comitato studentesco, disciplina scioperi e manifestazioni – avvisare presidenza con anticipo, decisioni a maggioranza qualificata in assemblea ecc – degli studenti, prima lasciati alla decisione di pochi, propongo poi in seno al consiglio la sperimentazione della lingua inglese nei geometri sino al quint’anno – prima si studiava fino al secondo anno – e lo studio dell’informatica.

All’università mi concentro solo sullo studio e sull’architettura, ma nel 1993 – diciannove anni – vengo contattato dall’allora segretario del Partito Popolare Italiano e nel 1994 partecipo alle elezioni come indipendente. Inizio a frequentare la politica nervianese, conosco l’allora “nemico” Sergio Parini, Domenico Marcucci, Paolo Musazzi, Paolo Grassini, ecc. Dopo il tracollo del PPI e la scissione Bianco-Buttiglione alcuni nervianesi democristiani doc vorrebbero andare avanti con una lista civica. È la linea del partito. Contro tutti sostengo che non è giusto, che bisogna guardare alla politica nazionale, anche subirla se necessario. Raccolgo consensi subito e il partito si scinde.

Nel 1996 nasce l’Ulivo e da subito sostengo la politica di Veltroni e Prodi – all’epoca la stessa, più o meno –. Sempre da indipendente partecipo anche alle elezioni del 1998.
Nel 2003 – ventinove anni – con un gruppo di amici, una volta si sarebbe detto con un gruppo di intellettuali, ci stacchiamo dai partiti e dalla politica dei partiti per fondare una lista civica indipendente, Primavera Democratica, o PD (!). Le motivazioni sono tante, tra cui certamente tre nostre richieste che non vengono accolte: il simbolo unico, l’ulivo – o altro –, una lista unitaria e non una per partito – il PD non c’era –, le elezioni primarie per la scelta del candidato sindaco. Ci presentiamo alle elezioni con grande successo – circa il 30% – nelle frazioni, dove eravamo molto conosciuti, e con scarso successo nel capoluogo. Per vari motivi, tutti personali e lavorativi, dopo riunioni drammatiche, anche di scontro tra noi, ci sciogliamo e decidiamo di tornare ciascuno al proprio lavoro e alle proprie associazioni. Ma quell’esperienza rimarrà davvero unica.

Decido di frequentare la politica nervianese da simpatizzante e non da attivista. Nelle ultime elezioni, credo 2006, per vari motivi, tutti personali, malattie, lavori, studio ecc, Primavera Democratica non si ripresenta, io sto chiudendo il dottorato in Spagna e non mi candido. Sostengo invece Dario Carugo, anche se da lontano, che fu già candidato giovanissimo della PD (primavera) oltre che, non si offenderà di certo, allievo, almeno per il basket, eheheh, persona saggia, intelligente e buon amico – colgo l’occasione per fargli gli auguri, oggi infatti si è laureato ingegnere! –.
Una volta finito il dottorato parte, come un fulmine a ciel sereno, il PD nazionale e con un gruppo di amici con cui avevo partecipato alla prodiana e bolognese Fabbrica del Programma, partecipiamo al dibattito sul PD. Una volta capita l’aria conservatrice che tira all’interno dei due gruppi principali fondatori, DS e Margherita, per primo mi tiro indietro. Partecipo per onore di firma alle elezioni primarie del PD nervianese nel 2007, e sempre nel 2007 fondo con i soliti amici i Laboratori Democratici, che ben presto vengono chiusi, un po’ dall’alto, se così si può dire, un po’, soprattutto, per problemi personali.
Questa è la mia esperienza politica. Come vedete non ho nulla da nascondere e non capisco quando chi non mi conosce mi accusa di scappare dai problemi. Al limite si scappa, o io scappo dalla politica nervianese, per problemi personali o per altre cose che in libertà ritengo esser più importanti. Non è lecito? Non nascondo neppure i miei autori e politici di riferimento e li metterò in calce.

Da quanto scritto si potrebbe semplicemente riassumere il tutto dicendo che essendo sempre stato trombato anche se per poco, me ne sono sempre tornato alla mia attività principale il lavoro, sociale e professionale, e lo studio.

Per quanto riguarda invece alcune battaglie che mi hanno visto ancora presente nonostante il mio volontario esilio dalla politica nervianese, mi limito a dire che ci sono alcuni temi che più di altri mi toccano di persona, non nel senso degli interessi personali ovviamente – ricordo che l’unica proprietà che aveva la mia famiglia è stata espropriata e che io posseggo solo un computer una moto e un po’ di libri –, ma nel senso degli interessi del cuore, e tra questi ricordo ne ricordo due: il convento degli Olivetani e il Fungo.

Infine la partecipazione alla commissione paesaggio. Ci sono dei requisiti per far parte di quella commissione e c’è stato un bando pubblico. Ricordo che il sottoscritto è stato scartato in prima battuta e ripescato, solo perché unico superstite, dopo che alcuni membri della commissione stessa si sono dimessi. Ricordo che faccio già parte della stessa commissione a Parabiago da due anni e che a parte molti nemici geometri e speculatori e qualche pomeriggio con il mal di pancia non ci ho guadagnato nulla da quella partecipazione, così come non ci guadagnerò nulla in questa – almeno a Parabiago riconoscono un gettone di 24 € a Nerviano “manco” quello –. Se ci si aggiunge l’impossibilità di firmare progetti sul territorio si capirà molto bene che questa partecipazione è una missione più che altro.
Giovedì pomeriggio ci sarà la prima seduta della commissione paesaggio a Nerviano.
Prima di iniziare, dato che sono in tema, volevo rendere pubblico una sorta di manifesto di intenti: non considererò e quindi voterò contro a tutto ciò che puzzerà di speculazione o di volgarità, quindi niente tettucci, niente lucernari vernacolari, niente archetti, niente progetti mal disegnati; considererò e probabilmente voterò a favore invece di interventi anche drastici e apparentemente drammatici se ben disegnati, se intelligenti, cioè se si riferiranno in qualche modo alla storia dell’architettura e alla storia dell’architettura moderna.
L’inquisitore è arrivato, temete speculatori e profeti dell’edilizia tradizionalista e vernacolare, ahahahhaha – chiudo ovviamente con ironia per sdrammatizzare –.

Cinque testi per me fondamentali:

ANTONIO GRAMSCI, Le opere, a cura di A. Santucci, Editori riuniti, Roma, 1997.

CARLO ROSSELLI, Socialismo liberale, introduzione e saggi critici di Norberto Bobbio, a cura di John Rosselli, Einaudi, Torino, 1997,

GIUSEPPE ARMANI, La forza di non mollare. Ernesto Rossi dalla grande guerra a Giustizia e Libertà, presentazione di Arturo Colombo, Franco Angeli, Milano, 2004.

NORBERTO BOBBIO, Destra e Sinistra, ragioni e significati di una distinzione politica, Donzelli Editore, Roma, 1994.

MASSIMO CACCIARI, Geofilosofia dell’Europa, Adelphi Edizioni, Milano, 1994.

Ce ne sarebbero molti altri, ma questi, su tutti, sono quelli in cui mi rifugio quando mi chiedo da che parte stare, le fonti antiche alle quali correre quando si ha sete.

1 commento:

Anonimo ha detto...

....Cosa dirti,dalle tue parole capisco che queste esperinze politiche non ti hanno gratificato come avresti voluto, personalmente apprezzo il tuo entusiamo ma non riesco a condividerlo, preferisco rimanere lontano dalla politica anche se di un paesino come nerviano per evitare "mal di pancia"......preferisco essere un cittadino che rispetta i pensieri altrui e che fa del suo meglio per migliorarsi sapendo perfettamente che agli altri poco importa ciò che fai....e la politica lo dimostra...