Una scuola semplice, severa, dritta e al centro del paese, tra il circolo familiare, l’oratorio e la chiesa, una scuola come ce ne sono tante in campagna. Costruita nei primi anni della liberazione dai primi amministratori democratici di Nerviano, e tra questi anche da mio nonno – capirete quindi l’attaccamento anche personale a quel vecchio edificio –, uno di quei giovani che pochi anni prima erano stati partigiani e liberatori della nostra scalcinata nazione, recentemente, qualche anno fa, fu oggetto di un progetto di ristrutturazione e di ampliamento.
Non ho detto niente sin ora di quel progetto, ora realizzato, perché non mi piace parlare male dei colleghi, e non lo farò nemmeno sotto tortura, e insieme non mi sembra utilissimo, ne a me – visto che questo è un diario personale, anche se pubblico –, ne a chi legge, scrivere e descrivere una brutta architettura. Mi soffermerò quindi su cos’era quella scuola, e poi su cos’è diventata.
Quella scuola era formata da una stecca, con un piccolo atrio, un lungo corridoio e le aule affacciate a sud, protette da grandi alberi, che guardavano verso il campo da calcio dell’oratorio. Si entrava da davanti, in una via quasi insignificante ma fondamentale, che divide l’oratorio dalla scuola, nel mezzo del paese, una strada pedonale per natura, si entrava per una scalinata non monumentale, non ridondante, ma nemmeno muta, una scalinata orgogliosa della sua semplicità. Sopra la scalinata una grande finestra, una tettoia e l’asta per la bandiera nazionale.
Non un decoro, nessuna volontà di apparire, solo una certezza, la certezza dell’essere ferma nel centro del paese. Una scuola moderna – allora –, soprattutto una scuola nuova, democratica, che si contrapponeva alle vecchie scuole fasciste, le Enzo Zerboglio di via Carlo Porta – dove studiarono, si fa per dire, i miei nonni e la loro generazione –.
Presto quella scuola, come tutti gli edifici pubblici italiani, che soffrono di una grave malattia genetica, la noncuranza, si rovinò: i serramenti divennero vecchi in fretta, i lavandini iniziarono a perdere acqua, l’impianto fu presto da rifare e le normative per i disabili furono applicate solo in parte. L’allora amministrazione leghista decise di metterci mano e lo fece pesantemente.
Ora alla vecchia scuola si entra da dietro, non più dal cuore del paese. Ora i bambini, che escono di corsa e che non vedono l’ora di uscire per andare a giocare a pallone in oratorio, uscendo non trovano più la porta del campo da calcio aperta, ora i bambini escono direttamente su una delle poche strade trafficate del paese.
Ora la vecchia scuola non ha più quella scalinata, non ha più quell’orgogliosa facciata, non ha nemmeno più quel vecchio color calce, è fatta di un verdino, non un bel verde leghista – orrendo ma comprensibile, nella sua logica perversa – ma un verdino spentino e timidino.
Ora quella scuola ha una sala civica che sarebbe meglio definire un’aula civica, certamente utile, certamente comoda, ma tutto fuorché bella, anzi devo dire un poco sciatta e dimessa.
Per questi pochi ma intensi motivi, che potrebbero essere anche molti di più, non scriverò più di cose brutte, che purtroppo ci sono – e giustamente vengono protocollate in comune da associazioni e singole persone – e ci sono con tutta la loro durezza e con tutta la loro irreversibile presenza, perché dalle cose brutte non si impara nulla, se non a cercare di non rifare sempre gli stessi errori.
2 commenti:
Sento il dovere di aggiungere parole e commenti al tuo diario
(pubblico), infatti oltre ad apprezzare la tua dinamica critica sull’ampliamento e la
ristrutturazione della scuola, decisa come dici tu dalla vecchia amministrazione, il
peggio lo stiamo vivendo con la conduzione dei lavori diretta dalla nuova
amministrazione.
Io, come tutti i cittadini “semplici” mi soffermo a valutazioni magari banali o
superficiali, ma a mio avviso più importanti, lamentando con puro senso civico, ciò che
ritengo indispensabile per la sicurezza degli utenti. Sicurezza negata o peggiorata, come
dici tu, nel cambiamento della via d’accesso alla scuola, oppure visto che i lavori sono
tutt’ora in corso, constatare che gli alunni in uscita, in più di un’occasione hanno
dovuto scansarsi per lasciar spazio ai camion in entrata. Sicurezza negata a chi la
scuola o la palestra la vive nel quotidiano, come la mia famiglia ad esempio, che
frequenta una palestra “nuova” con arredi pericolosi, paraspigoli usati come panchine,
estintori senza tagliando, attrezzi di ferro senza protezioni a filo del campo di gioco e
tanto altro che sicuramente sai meglio di me. Dopotutto mancano i certificati di
agibilità! Fatto certo e antipatico è che questa scuola doveva essere consegnata
all’utenza a marzo 2007, fatto certo è che a qualunque costo e stata consegnata un po’
più tardi e con i lavori in corso, (forse per un fatto più politico che utile). Alcuni
sostengo timidamente che sia normale (ma dai, così fan tutti, e citano esempi e
precedenti) e questa si chiama accettazione sociale, e altri che ci sia stato il massimo
rigore dei regolamenti di legge, (questa invece si chiama bugia), altri infine, sono
convinti del contrario, (io ad esempio sono tra i firmatari della formale denuncia al
prefetto). Un atto dovuto e sofferto passato da continue lettere, consultazioni a Ds e
Sx, inutili e snervanti riunioni con i nostri amministratori per finire al bivio che non
lascia scampo, specialmente per noi che speriamo di sensibilizzare la gente ad un maggior
senso civico. Abbiamo poi la questione delle penali economiche all’impresa, la questione
delle somme aggiuntive fuori preventivo, che superano le penali stesse, insomma ci
sarebbe da scrivere per ore su questa conduzione dei lavori.
Io e come me altri concittadini abbiamo avuto “l’idea geniale” di costruirci
orgogliosamente un’identità di cittadini più interessati, più appartenenti alla comunità,
l’abbiamo fatto senza mire politiche, ma solo per iniziare un processo di puro
cambiamento personale della nostra dignità e del NOSTRO TERRITORIO, qui mi vien da dire
una parolaccia.....- ci siamo trovati un sacco di lavoro da fare per controllare e
denunciare tutta l’illegalità che sommerge Garbatola e non solo. Una, due, tre
amministrazioni, queste vanno e vengono come la pelle dell’occhio, NOI invece siamo un
popolo depresso, con un territorio, IL NOSTRO TERRITORIO, indietro anni luce rispetto ai
nostri vicini di Parabigo, Pogliano e Lainate, per questo colgo l’occasione di chiedere a
te ed eventualmente ad altri concittadini (lettori del tuo blog) di mostrare attiva
appartenenza quantomeno frequentando i consigli comunali.
anticipatamente grazie per lo spazio concesso nel tuo bellissimo diario.
Ciao
Ale
letto...bello anche perchè hai ricostruito una storia...... di Garbatola....questo è Senso Civico....BRAVO!!!
onorato poi dalla dedica, sento il dovere di aggiungere parole e commenti al tuo diario (pubblico), infatti oltre ad apprezzare la tua dinamica critica sull’ampliamento e la ristrutturazione della scuola, decisa come dici tu dalla vecchia amministrazione, il peggio lo stiamo vivendo con la conduzione dei lavori diretta dalla nuova amministrazione..... continua se pubblicato per interero
Io, come tutti i cittadini “semplici” mi soffermo a valutazioni magari banali o superficiali, ma a mio avviso più importanti, lamentando con puro senso civico, ciò che ritengo indispensabile per la sicurezza degli utenti. Sicurezza negata o peggiorata, come dici tu, nel cambiamento della via d’accesso alla scuola, oppure visto che i lavori sono tutt’ora in corso, constatare che gli alunni in uscita, in più di un’occasione hanno dovuto scansarsi per lasciar spazio ai camion in entrata. Sicurezza negata a chi la scuola o la palestra la vive nel quotidiano, come la mia famiglia ad esempio, che frequenta una palestra “nuova” con arredi pericolosi, paraspigoli usati come panchine, estintori senza tagliando, attrezzi di ferro senza protezioni a filo del campo di gioco e tanto altro che sicuramente sai meglio di me. Dopotutto mancano i certificati di agibilità! Fatto certo e antipatico è che questa scuola doveva essere consegnata all’utenza a marzo 2007, fatto certo è che a qualunque costo e stata consegnata un po’ più tardi e con i lavori in corso, (forse per un fatto più politico che utile). Alcuni sostengo timidamente che sia normale (ma dai, così fan tutti, e citano esempi e precedenti) e questa si chiama accettazione sociale, e altri che ci sia stato il massimo rigore dei regolamenti di legge, (questa invece si chiama bugia), altri infine, sono convinti del contrario, (io ad esempio sono tra i firmatari della formale denuncia al prefetto). Un atto dovuto e sofferto passato da continue lettere, consultazioni a Ds e Sx, inutili e snervanti riunioni con i nostri amministratori per finire al bivio che non lascia scampo, specialmente per noi che speriamo di sensibilizzare la gente ad un maggior senso civico. Abbiamo poi la questione delle penali economiche all’impresa, la questione delle somme aggiuntive fuori preventivo, che superano le penali stesse, insomma ci sarebbe da scrivere per ore su questa conduzione dei lavori.
Io e come me altri concittadini abbiamo avuto “l’idea geniale” di costruirci orgogliosamente un’identità di cittadini più interessati, più appartenenti alla comunità, l’abbiamo fatto senza mire politiche, ma solo per iniziare un processo di puro cambiamento personale della nostra dignità e del NOSTRO TERRITORIO, qui mi vien da dire una parolaccia.....- ci siamo trovati un sacco di lavoro da fare per controllare e denunciare tutta l’illegalità che sommerge Garbatola e non solo. Una, due, tre amministrazioni, queste vanno e vengono come la pelle dell’occhio, NOI invece siamo un popolo depresso, con un territorio, IL NOSTRO TERRITORIO, indietro anni luce rispetto ai nostri vicini di Parabigo, Pogliano e Lainate, per questo colgo l’occasione di chiedere a te ed eventualmente ad altri concittadini (lettori del tuo blog) di mostrare attiva appartenenza quantomeno frequentando i consigli comunali.
anticipatamente grazie per lo spazio concesso nel tuo bellissimo diario.
Ciao
Ale
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