mercoledì 25 novembre 2009
Teatro Sagunto - Non sarà demolito!
Il teatro di Sagunto sorge a metà strada tra la città e l’acropoli, fra il centro storico attuale e ciò che resta dell’antico castello, sorto sulle rovine dell’antico foro romano è stato assunto come dato oggettivo e come base del progetto. Inoltre a Sagunto la presenza della rovina antica, cioè di un edificio reale, o di ciò che ne restava è divenuta per Grassi la pietra di paragone del progetto, il nuovo non si è imposto come presenza annientatrice sul vecchio, e insieme ha sempre demandato alle antiche rovine quelle risposte che non è stato in grado di dare, e così la scena, ricostruita nella sua imponente astrazione, porta in se come un doppio carattere di monumento non finito, con i grandi muri lisci e non decorati, in mattoni, e di scena urbana, con le grandi finestre, le finestrelle e le ringhiere metalliche, che riprendono direttamente i fronti delle case del centro storico.
Il restauro del Teatro Romano di Sagunto ha avuto una vicenda travagliatissima. Pubblicato su quasi tutte le riviste internazionali e vincitore di molti premi di architettura, è stato attaccato duramente sin dall’inizio, soprattutto per ragioni politiche, dal Partito Polare e dalla destra spagnola, allora all’opposizione. Dopo 15 anni sembrava che le polemiche, e soprattutto che le richieste di abbattimento della grandiosa scena fronte, ricostruita dagli architetti Grassi e Portaceli, si fossero definitivamente taciute e invece un mese fa la sentenza definitiva del tribunale supremo di Madrid: il teatro deve essere abbattuto e ricondotto alla sua condizione, presunta iniziale, di rovina.
Da quella notizia sono passati quasi due anni. Due anni di manifestazioni, due anni di raccolta di firme (anche da questo blog arrivò un cospicuo appoggio contro la demolizione si vedano i post di gennaio e febbraio 2008, in particolare quello di mercoledì 30 gennaio 2008 “Raccolta di firme contro la demolizione del Teatro di Sagunto”), due anni di proclami da parte di tutta la cultura architettonica nazionale e internazionale e a differenza di quello che succede spesso in Italia (dove ci riempiamo la bocca della parola democrazia, sia essa comunale o parlamentare, ma poi il popolo non viene mai ascoltato, mi riferisco a moltissime vicende anche particolari e locali, ma ovviamente non solo) forse ora ci siamo: il Teatro di Sagunto è salvo! Recita infatti un pezzo di oggi su El Pais: El Tribunal Supremo ha cerrado el viejo culebrón del mucho más antiguo Teatro Romano de Sagunto. No se demolerán las obras de rehabilitación que dirigieron hace 20 años los arquitectos Giorgio Grassi y Manuel Portaceli, en la época del último Gobierno socialista valenciano.
Una battaglia politica, tra rappresentanti della destra spagnola, che si erano candidati nei primi anni '90 con la ferma proposta di abbattere il teatro, e la sinistra socialista e la cultura architettonica internazionale, una battaglia culturale, una battaglia che finalmente, dopo circa vent’anni, sembra essere finita e sembra che abbia vinto oltre che il buon senso, anche l’architettura e il teatro rimarrà com’è e non sarà demolito.
Io credo che il teatro di Sagunto sia una delle opere più straordinarie del XX secolo, un vero manuale di architettura, nel senso più ampio del termine, e per questo sono certo che sia giusto l’averlo salvato da quella che poteva essere una vera e propria barbarie. Da anni ogni qualvolta mi capita di andare in Spagna e a Valencia in particolare andiamo a vedere lo stato di salute del Teatro, come fosse l’ultima volta, come per dargli l’ultimo saluto, ma per fortuna il teatro è salvo e quest’estate o la prossima o le prossime potremo andarci ancora e magari far vedere ai nostri figli quest'incredibile opera di architettura.
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1 commento:
imparato molto
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