venerdì 13 giugno 2008

Una risposta a un amico. Il valore delle comunità locali

Come i lettori di questo blog sapranno uno degli ultimi lasciti di quella che fu la tangentopoli nervianese – intesa nel senso del periodo in cui nacque l’edificio in questione, pur lecito –, un grande edificione, nato come gigantesco albergo in un periodo in cui nessuno poteva prevedere fiera ed expo a circa 5 km dallo stesso, in questi giorni, dopo anni di abbandono, è oggetto di una richiesta di cambiamento di destinazione d’uso, da terziario ricettivo alberghiero in residenziale. All’accusa “proprio tu che giri il mondo perché hai paura di un intervento così....” mi sento in dovere di rispondere pubblicamente.


Posto che il valore delle comunità locali è sempre stato un valore aggiunto per la sinistra, almeno per la sinistra comunista classica, quella di Gramsci per intenderci, ma anche nella sinistra liberale e azionista dei Rosselli, di Rossi e Bobbio, e quindi non vedo perché non lo dovrebbe più essere per la sinistra contemporanea – ricordo che Zapatero, per dirne uno è uno dei massimi sostenitori dell’unità nazionale nel rispetto e nell’esaltazione del valore delle autonomie – un valore da rispettare, un valore in cui credere, credo semplicemente che a quella domanda sia facilissimo rispondere dicendo che interventi pesanti, siano essi di pianificazione residenziale, industriale, terziaria – e un intervento che aumenta di circa il 10% la popolazione di una comunità evidentemente lo è –, dovrebbero vedere sempre coinvolte le comunità locali. Coinvolgimento decisionale, ma anche coinvolgimento fisico nella realizzazione di nuovi servizi alla residenza, all’industria o al commercio, a seconda dell’intervento. E invece? E invece niente, e i benefici, nel caso nervianese, se mai ci saranno verranno ridistribuiti a 5 km di distanza dall’edificio stesso e la comunità garbatolese, la frazione in cui si trova l’edificio, dovrà solamente cercare di assorbire al meglio l’aumento repentino di popolazione.
“Ma cosa fai? Fai anche tu il leghista? Siamo una sola comunità no?...”. Certo che siamo una stessa e sola comunità, così come siamo una sola nazione, una sola Europa, una sola razza umana, ma siamo anche una comunità, una nazione, un’Europa fatta di tante piccole famiglie, fatta di tante piccole sottocomunità, fatta di tante piccole, o grandi, realtà diverse. Con storie diverse, con evoluzioni diverse, con capacità diverse. La sinistra moderna non deve dimenticarlo, non deve dimenticare le sue origini intellettuali, operaie e contadine, altrimenti sarà l’ora dei burocrati e sarà la fine.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Caro Fabio, la "sinistra" moderna ha già dimenticato le sue origini e l'ora dei burocrati è già arrivata da un pezzo. A nerviano da soli due anni...

Anonimo ha detto...

Leggo "uno degli ultimi lasciti di quella che fu la tangentopoli nervianese – intesa nel senso del periodo in cui nacque l’edificio in questione, pur lecito" e puntualizzo: il lascito non è da intendersi solo nel senso del periodo! E ancora, leggo "in questi giorni, dopo anni di abbandono, è oggetto di una richiesta di cambiamento di destinazione d’uso" e puntualizzo di nuovo: l'istanza per il cambio d'uso è del dicembre 2006... in un anno e mezzo probalilmente non c'è stato il tempo di far esprimere i cittadini. Ma tant'è.

Fabio Pravettoni ha detto...

Non voglio fare il moderatore e tutti possono esprimersi, anche se la tua prima è un po' fortina...e non completamente condivisibile. Ricordo che i giovani, Dario e gli altri, ad esempio stanno facendo molto e bene. Sul fatto che in Italia la sinistra, o meglio il PD (ma anche la sinistra extraparlamentare), sia gestitapiù da burocrati che non da tecnici o filosofi (relegati a fare i sindaci) e' purtroppo vero e fa scappare la voglia di entrarvici "con i piedi nel piatto".

Anonimo ha detto...

integrazione, accoglienza. Certo! Cosa vuoi che dica io figlio di immigrati. Conosco bene queste parole e disprezzo chi ne strumentalizza il significato. Tuttavia, decentrare tutto su queste parole adesso è assolutamente strumentale e pericoloso. Lo stanno facendo. Questo l'hai capito e noto con favore che non sei d'accordo.
Rimando anch'io ad una sempre possibile birra.
ciao

Anonimo ha detto...

Caro Fabio, non mi riferivo certo alla "base", ma a chi detta le strategie e a chi fa (o dovrebbe fare) le scelte. In una parola a chi gestisce partiti e movimenti e chi ha ricevuto un mandato elettorale. E questo non succede solo a sinistra. A volte sono tranciante, è vero, ma che l'ora dei burocrati sia già arrivata da un pezzo è una convinzione che ho da diverso tempo.