martedì 31 marzo 2009
Detti e Contraddetti
Mi permetto di pubblicare questo commento, data la densità del testo e del contenuto, come fosse un vero post.
Prendo in prestito dei versi di Sheakespeare:
POLONIO: Monsignore, posso sapere che state leggendo?
AMLETO: Parole, parole, parole.
POLONIO: Di che è questione, Signore?
AMLETO: Questione? Fra chi?
POLONIO: Volevo dire l'argomento, l'argomento del libro che leggete.
AMLETO: Calunnie, signor mio.
Calunnie signori miei quelle che certa gente pensa di farci credere dette per il "nostro" bene, per il bene della società! In nome di un Senso comune che pochi però hanno...
Mi permetto di dissentire sull'invettiva fatta da un lettore, credo Ale, all'ultimo post di Fabio: come ha già sottolineato Fabio, infatti parlare della piazza "della" Garbatola, è solo un esempio. E se ne potrebbero fare mille altri altrettanto efficaci!
E sono pienamente d'accordo con Fabio quando giustamente lascia cadere le personali e inoperative provocazioni, forse perchè abituato a simili commenti.
Ma io non riesco proprio a starmene zitta.
I problemi del nostro Comune sono tanti e sono stati più e più volte affrontati, commentati, polemizzati, combattuti...ma per risolverli non basta bloccare il traffico, o fare quattro cartelli polemici, o gridare nelle piazze o per le strade: queste cose sanno di vecchio e di provinciale, e per giunta le trovo molto poco efficaci, o sbaglio?!
Odio dover precisare l'ovvio, ma non è guardando al giardinetto, al muretto, alla panchina...che si fanno progetti per il futuro del paese: per cambiare le cose ci vuole un progetto d'insieme, un'idea di città, un'idea di progetto di città. Non si va da nessuna parte con le parole: la critica dev'essere operativa, altrimenti cade nel vuoto!
I problemi vanno affrontati dal di dentro, in questo caso, ad esempio, entrando nella macchina burocratica comunale; non tutti possono e pochi sono in grado di farlo (il perchè è da chiedere ai "vecchi" burocrati comunali e alle loro seggioline)!!
E per concludere mi riallaccio al discorso fatto nel blog. Non saremo noi a fare questa "rivoluzione", ma è nostro dovere gettare le radici: devono essere fondamenta solide, che abbiano un progetto già preciso e definito. Bisogna guardare lontano, oltre la contingenza del presente, per poter proiettare nel futuro i nostri sogni, le nostre speranze, i nostri progetti.
Prendo in prestito dei versi di Sheakespeare:
POLONIO: Monsignore, posso sapere che state leggendo?
AMLETO: Parole, parole, parole.
POLONIO: Di che è questione, Signore?
AMLETO: Questione? Fra chi?
POLONIO: Volevo dire l'argomento, l'argomento del libro che leggete.
AMLETO: Calunnie, signor mio.
Calunnie signori miei quelle che certa gente pensa di farci credere dette per il "nostro" bene, per il bene della società! In nome di un Senso comune che pochi però hanno...
Mi permetto di dissentire sull'invettiva fatta da un lettore, credo Ale, all'ultimo post di Fabio: come ha già sottolineato Fabio, infatti parlare della piazza "della" Garbatola, è solo un esempio. E se ne potrebbero fare mille altri altrettanto efficaci!
E sono pienamente d'accordo con Fabio quando giustamente lascia cadere le personali e inoperative provocazioni, forse perchè abituato a simili commenti.
Ma io non riesco proprio a starmene zitta.
I problemi del nostro Comune sono tanti e sono stati più e più volte affrontati, commentati, polemizzati, combattuti...ma per risolverli non basta bloccare il traffico, o fare quattro cartelli polemici, o gridare nelle piazze o per le strade: queste cose sanno di vecchio e di provinciale, e per giunta le trovo molto poco efficaci, o sbaglio?!
Odio dover precisare l'ovvio, ma non è guardando al giardinetto, al muretto, alla panchina...che si fanno progetti per il futuro del paese: per cambiare le cose ci vuole un progetto d'insieme, un'idea di città, un'idea di progetto di città. Non si va da nessuna parte con le parole: la critica dev'essere operativa, altrimenti cade nel vuoto!
I problemi vanno affrontati dal di dentro, in questo caso, ad esempio, entrando nella macchina burocratica comunale; non tutti possono e pochi sono in grado di farlo (il perchè è da chiedere ai "vecchi" burocrati comunali e alle loro seggioline)!!
E per concludere mi riallaccio al discorso fatto nel blog. Non saremo noi a fare questa "rivoluzione", ma è nostro dovere gettare le radici: devono essere fondamenta solide, che abbiano un progetto già preciso e definito. Bisogna guardare lontano, oltre la contingenza del presente, per poter proiettare nel futuro i nostri sogni, le nostre speranze, i nostri progetti.
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5 commenti:
oh, ma che brava quella che ha scritto il post...la conosco??!!
Mi aggancio al discorso.
...ma quasiquasi questo commento è un pro-memoria-riflessivo.
UNO. Adoro la donna che scrive queste cose.
DUE. Ecco l'ennesimo articolo sull'università italiana. ...sembra che abbiam fatto "la cosa giusta" a uscirne prima della crisi.
Antropofilo
quando arrivi a 30.000 link mi offri una cena come miglior sostenitrice...ahahahhahahhaha!
anzi, cazzarola, ti devo 15 euro di ricarica...sicuramente avrai tenuto la ricevuta! sè sè come se non ti conoscessi...
daaai...non è che devi pubblicare proprio tutto
qui non si nasconde niente...eheheh. Torniamo seri, ringrazio tutti coloro che leggono assiduamente queste pagine e che partecipano in modo piu' o meno attivo alle discussioni. Grazie di cuore
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